Non c’eravamo sul terreno di gioco e le frasi proferite da Igli Tare le hanno ascoltate e messe a referto l’arbitro Davide Massa ed i collaboratori della Procura Federale. Dal labiale del dirigente si è potuto leggere chiaramente la frase “cosa hai visto?”, ma presumiamo di sicuro che non abbia usato parole al miele nei confronti dell’arbitro e dei suoi collaboratori. Ma l’aspetto grave è un altro ed è sotto gli occhi di tutti, ovvero che il dirigente biancoceleste nel finale di gara raggiunge l’arbitro a centrocampo dopo aver frettolosamente abbandonato la tribuna. Lì Tare non avrebbe dovuto esserci, anzi per regolamento gli sarebbe dovuto essere impedito l’accesso.
Nella motivazione del Giudice Sportivo infatti si legge chiaramente: “pur non essendo in distinta”, aspetto che rappresenta di sicuro un’aggravante di notevole contorno alle frasi ed al fare minaccioso del dirigente laziale, ma che a quanto pare, ha avuto poco peso sull’entità della squalifica subita dall’albanese, che sarà di una sola settimana.
In altre occasioni e per simili comportamenti, dirigenti che comunque erano regolarmente negli elenchi hanno subito lo stesso stop di Tare, come successo a Marangon della Fiorentina alla sesta giornata o addirittura maggiori come Paratici, direttore sportivo della Juventus, fermato due settimane, alla settima giornata. Per tutti questi motivi questa è una squalifica che non torna, non è congrua e fa capire quanto sia discrezionale, poco uniforme e poco giusta la giustizia sportiva italiana.
Se ha detto solo cosa hai visto e non l’ha toccato piu’di dieci giorni non gli possono dare.
E poi c’e’ il decino di multa….mica poco