Chi se lo sarebbe mai aspettato che, dopo una prima parte di stagione pessima e al termine di un mercato che non ha nemmeno cercato di migliorare la rosa, la Fiorentina si sarebbe ritrovata a tre gare dalla conquista di un titolo. Il passaggio del turno contro il Torino, ma soprattutto quello della Cremonese sulla Roma, hanno spianato una via che nessuno pensava davvero percorribile, almeno fino in fondo.

Prima il Milan, poi il Napoli e infine la Roma, la fortuna ai Viola in Coppa Italia quest’anno non si può certo dire che manchi. Lungi dal pensare che la finale dell’Olimpico sia già in tasca, gli uomini di Italiano hanno davanti un’occasione che le future Fiorentine difficilmente si ritroveranno così alla portata. Nonostante i successi convincenti con Samp e Toro, però, il cammino della squadra di Italiano pare più fondato sui fallimenti altrui.

Un po’ come in campionato, dove la penalizzazione inflitta alla Juventus ha regalato, nel bel mezzo della stagione, un ultimo posto disponibile per l’Europa. Già le Coppe, quelle che la Fiorentina continuerà a giocarsi tra meno di due settimane in Lusitania, tanto lontane fino a qualche tempo fa, tanto “praticabili” grazie ai disastri delle concorrenti. Nulla togliere al lavoro di Italiano, che almeno col 4-3-3 sembra aver riportato un senso alla propria rosa, l’avanzare del club di Commisso in questa stagione non è affatto paragonabile a quello del ‘21/22.

Meglio così – si dirà. Adesso la Fiorentina tiene in mano il proprio destino, una volta che gli ostacoli più grandi (eccezione doverosa per l’ipotetica finale) sono crollati ancor prima di essere affrontati. L’occasione è ghiotta e la sensazione che i tifosi viola hanno accarezzato dopo il fischio finale di Roma-Cremonese è simile a quella del 2014, quando la ‘corazzata montelliana’ superava l’Udinese, dopo averci perso all’andata, per l’accesso alla finale passata alla storia più per i fatti extracampo che non per il madornale errore di Ilicic.


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