La storia tra la Fiorentina e Vlahovic non poteva avere un lieto fine. Lo si era capito quando il centravanti aveva rifiutato il, pur faraonico, rinnovo di contratto.


Da quel momento si sono aperte tre opzioni, ognuna con vantaggi e svantaggi. La prima è quella che, in queste ore, ha scelto la società: vendere il giocatore adesso per ottenere il massimo dell’introito economico anche se questo comporta il rischio di buttare a mare una stagione che vede la Fiorentina in corsa per l’Europa. Senza i gol di Vlahovic sarà ancora un traguardo possibile?


Una seconda opzione era quella di sfruttare il centravanti fino al termine del campionato e poi venderlo. Una scelta che avrebbe comportato certamente una rimessa economica, però avrebbe lasciato intatta la squadra consegnata a Italiano. Sempre che la Juventus fosse stata disponibile ad attendere giugno.


Altrimenti sarebbe scattata la terza opzione: tenersi Vlahovic (e i suoi gol potenziali) fino alla scadenza del contratto. Conseguenza: zero euro di incasso (sulla carta) ma possibilità concreta di andare in Europa quest’anno e anche il prossimo. E qualificarsi per le coppe significa soldi diretti (anche se l’Europa League non è particolarmente generosa) e indiretti (sponsor, diritti tv). Oltre a far lievitare il prestigio della società viola. Quindi tenersi il miglior centravanti del campionato per tutta la prossima stagione non sarebbe stata probabilmente un'ipotesi così deleteria.


Tuttavia, nel caso di permanenza (più o meno lunga) di Vlahovic alla Fiorentina vi sarebbe stata l’incognita “clima”. Conoscendo la sua chiara intenzione di lasciare il Franchi per lo Stadium, come avrebbe reagito a lungo andare lo spogliatoio? E i tifosi? Il rischio di cacciarsi in una fase di perenne conflittualità sarebbe stato molto concreto. E non mi riferisco ai vergognosi striscioni con minacce e insulti razzisti già apparsi nell’apatia generale, frutto di menti pervase da totale imbecillità.


E’ evidente che il trasferimento di Vlahovic alla Juventus, l’acerrima nemica, provoca un surplus di amaro in bocca. Pensare che solo qualche giorno fa i dirigenti bianconeri sono stati definiti dal presidente Commisso, nella famosa intervista al Financial Times, una congrega di figli di…. Usare oggi un epiteto così pesante e domani vendere al bersaglio di quell’invettiva il tuo miglior giocatore, beh, non è proprio un esempio di coerenza ma tant’è.


Negli ultimi anni il flusso di giocatori dalla Viola agli strisciati è stato continuo e avvilente per chi tifa Fiorentina. Prima Bernardeschi, poi Chiesa, ora il serbo.


Gioielli viola, tirati su a minuzzoli di pane nel settore giovanile, che prendono la via di Torino. Non vorrei che alla fine si diventasse la cantera della Juventus e il Viola Park dovesse essere ribattezzato Zebra Park.


Per un attaccante che va ce n’è un altro che arriva. Io Cabral non lo conosco granché, tuttavia questo centravanti brasiliano, che segna con puntualità Svizzera, già un po’ mi intriga. Che sia questo l’inaspettato lieto fine?


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