Neanche Babbo Natale riuscirà ad esaudire il desiderio del presidente della Fiorentina, Rocco Commisso, di poter posare la prima pietra del nuovo centro sportivo il 2 gennaio, come aveva chiesto in occasione della presentazione del progetto lo scorso ottobre.

Lo slittamento rispetto alle attese del presidente viola sarà solo di qualche settimana (probabilmente fine gennaio), ma l’ipotesi di inaugurare il Viola Park entro il 2021, già ritenuta dal progettista, l’architetto Casamonti, quasi proibitiva iniziando i lavori all’inizio di gennaio, diventa un’utopia.

Nonostante gli uffici tecnici del Comune di Bagno a Ripoli, della Soprintendenza e della stessa Fiorentina stiano lavorando senza sosta, la complessità del progetto, con tutte le soluzioni tecnologiche d’avanguardia prospettate, comporta la predisposizione di una documentazione massiccia.

Al momento la “pratica” ha superato il via libera della Commissione paesaggio del Comune e, dalla scorsa settimana, è sul tavolo della Soprintendenza che deve verificare la rispondenza degli elaborati alle prescrizioni concordate. A questo proposito è stato chiesto alla Fiorentina una integrazione alla documentazione presentata, con non era completa.

In teoria la Soprintendenza ha 45 giorni di tempo per pronunciarsi, ma non è detto che li utilizzi tutti. In questo lasso di tempo si provvederà alla firma della convenzione che regola rapporti e contributi finanziari tra Comune di Bagno a Ripoli e Acf Fiorentina.

Nel frattempo i progettisti del Viola Park potrebbero presentare la richiesta formale dei “titoli a costruire”: cioè il documento necessario all’apertura del cantiere. Adempimento al quale la società non ha ancora adempiuto. Anche in questo caso la preparazione della documentazione di accompagnamento alla richiesta è particolarmente complessa e mal si concilia con la filosofia del fast fast fast tanto cara a Commisso.


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