E' giunta l'ora, giù la maschera. La storia del nuovo incredibile ricorso contro la costruzione del cosiddetto Viola Park, ovvero il nuovo centro sportivo della Fiorentina, era semplicemente un pesce d'aprile. Come consuetudine c'è chi c'è cascato in pieno, c'è chi ha letto con terrore le prime cinque righe prima di mandarci amorevolmente a quel paese e c'è chi invece non ci è cascato per nulla.

Quest'anno il nostro è stato un tentativo di porre comunque l'attenzione su un problema sentito, che è quello dell'eccessiva ingerenza di alcuni comitati o associazioni su opere pubbliche o private che sono assolutamente legittime e che, spesso, possono dare anche lustro e pregio ad un territorio.

Viola Park riteniamo che si possa inserire perfettamente in questa categoria; l'iter è stato seguito scrupolosamente da parte di tutti i soggetti chiamati in causa e il progetto che vedrà la luce nel 2022 (da capire di preciso in che periodo possa essere terminato) è stato fatto per integrarsi al meglio con l'ambiente circostante. Ed è anche per questo motivo che Commisso dovrà tirare fuori la bellezza di 85 milioni di euro per farlo diventare realtà.

Capiamoci, le associazioni, i comitati, hanno tutto il diritto di intervenire laddove si riscontrino abusi, problemi e gravi ripercussioni per intere zone. L'esasperazione però arriva quando in campo scendono soggetti che fanno battaglie sul sesso degli angeli o quando l'interesse del singolo prevale addirittura su quello di un'intera comunità (come possiamo addirittura definire i tifosi viola).

E' una spada di Damocle questa che è sempre in agguato e che terrorizza la Fiorentina e i sostenitori gigliati. Se non si chiama AIPLR (anagramma di April come qualche commentatore ha sottolineato giustamente) c'è un'altra associazione pronta ad intervenire per farsi pubblicità o semplicemente per il gusto di farlo. Ed è lì che scatta l'insofferenza.


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