Quella contro il Benevento dell’11 marzo 2018 non sarà mai una partita come le altre. La Fiorentina torna in campo al Franchi dopo la tragica scomparsa del suo capitano Davide Astori. Lo stadio è tutto per lui: in Curva Fiesole una bellissima coreografia alimenta la malinconia e la commozione di una giornata che sembra soprannaturale. In campo bisogna giocare, ma l’atmosfera è troppo pesante per pensare di assistere a una partita come le altre. Ne deriva infatti un ritmo lento, due squadre che stentano a rendersi pericolose. Il destino, per chi ci crede, vuole allora che a decidere quell’incontro sia proprio colui che “ha preso il posto” di Astori in difesa. Vitor Hugo, sugli sviluppi di un corner, si eleva in un salto pazzesco (che se l’avesse fatto qualcun altro se ne sarebbe parlato per settimane) e schiaccia di testa in rete. Il numero 31 (13 al contrario) segna e corre verso la panchina, prende una maglietta dedicata ad Astori e la mostra a tutto lo stadio. Poi si porta la mano alla testa, e mima il saluto del capitano che da quel momento verrà fatto dai giocatori della Fiorentina al termine di ogni partita. Non sarà mai una partita come le altre, così come Astori non era un giocatore come gli altri. Un grande professionista, un grande uomo, che ci ha lasciato ingiustamente. E che merita di essere ricordato sempre, da tutti, come un esempio da seguire.


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