Dusan Vlahovic è rientrato dalla pausa per le Nazionali galvanizzato per la qualificazione ai Mondiali della sua Serbia. L'attaccante della Fiorentina è tornato sull'argomento al portale telegraf.rs: "Il ct Stojkovic ci ha fatto ridere raccontando una barzelletta nel discorso pre-partita. Lì abbiamo rotto un po' il ghiaccio e siamo scesi in campo più rilassati e con ancora più fiducia di poter vincere. Il mister ci dice sempre che abbiamo tanta qualità, che possiamo giocare con tutti e lui la pensa davvero così. Vuole fare un calcio offensivo, vuole competere con tutti, tenere il pallone e, come si suol dire, giocare con stile. Per il mister è importante che, a prescindere dal risultato, giochiamo con intensità dal primo all'ultimo minuto, meritandoci l'applauso del pubblico a fine partita. Sono convinto che con Stojkovic la Serbia possa raggiungere risultati storici".

E poi ha aggiunto: "Il mister mi aveva schierato come unico attaccante contro il Portogallo. Il mio compagno di reparto Mitrovic è un grande professionista, un ragazzo serio che non si arrende mai. E infatti quando è entrato ha segnato il gol che ci ha portato in Qatar. Non importa chi gioca, ciò che conta è il risultato. Siamo andati sotto nel punteggio e non è stato facile, ma ci siamo rialzati in fretta e abbiamo continuato a dominare la partita. Alla fine, grazie a Dio e alla nostra qualità, abbiamo ribaltato il risultato".

E infine: "Dopo il fischio finale non sapevo cosa fare, se andare a destra o a sinistra, ero davvero euforico e solo il giorno dopo, quando mi sono svegliato, ho realizzato cos'era successo. Penso che ce lo siamo meritato questo traguardo, come gruppo unito e affiatato. In hotel comunque non abbiamo proseguito i festeggiamenti, perché il mister ci ha detto che dovevamo comportarci con dignità, senza fare rumore, per rispetto di chi in quel momento ci stava ospitando".

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