Zero a zero e va bene così. Senza rischi questa volta, senza palpitazioni, la Fiorentina va in finale. La parolina che mancava da ormai troppi anni ritorna alla ribalta. I viola andranno a Roma, a nove anni di distanza da quella tragica partita contro il Napoli. Ventidue anni fa invece l'ultima vittoria, nel 2001: era la Fiorentina di Rui Costa, di Mancini in panchina. Ora ci proverà Italiano a riportare in Toscana quel trofeo, contro l’Inter.

Già, i nerazzurri, squadra che ricorda imprese in Coppa, firmate Batistuta. Insomma, se guardiamo un po’ la cabala, poteva andare peggio. Meglio Inter che Juventus? A sensazione sì, ma la risposta arriverà solo e soltanto dal campo. Saranno trentamila i fiorentini all’Olimpico, sperando di arrivare anche ad un’altra finale, quella di Conference League, ma in questo caso il cammino è ancora lungo. Prima ci sarà da superare un Basilea che nasconde insidie, ma che è battibile. Molto dipenderà da come la Fiorentina arriverà dal punto di vista fisico agli appuntamenti più importanti della stagione.

Con Rocco Commisso al proprio fianco. Il proprietario viola ha voglia di godersi una, magari due imprese. Ma soltanto il fatto che la Fiorentina c’è, che è lì, che se la giocherà, rappresenta già un traguardo importante visto come era cominciata la stagione.

Poi l’argomento stadio, tanti nodi da affrontare nuovamente e chissà che non possano esserci nuovi ripensamenti, nuove idee, nuove proposte. Presto per dirlo, ma qualcosa potrebbe bollire in pentola. 24 maggio Roma, 7 giugno Praga: due date da consegnare alla storia. La prima è stata raggiunta, per la seconda mancano ancora due sfide da non sbagliare, da giocare con il giusto spirito fiorentino. Trascinati da una piazza che non vede l’ora di tornare a gioire. Viviamolo questo momento, occasioni così non capitavano da un bel pezzo.


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