Benedetto Ferrara: "Sabiri in Inghilterra è una storia da film, ma se Gudmundsson non è al top ci gioca lui lì. Il clima a Firenze è positivo, adesso manca solo il centrocampista"

Benedetto Ferrara ha parlato al Pentasport di Radio Bruno: i temi toccati sono quelli del reintegro di Sabiri, la bocciatura di Sottil e il clima positivo nell'ambiente.
“A volte nel calcio si trovano delle storie minori ma che sono curiose, come quella di Sabiri: un ragazzo mandato via subito da tutti gli allenatori e oggi aggregato al ritiro in Inghilterra. Mi hanno detto che è una persona particolare, una personalità che non piace agli allenatori ed è discontinuo, ma ha una grande classe e dei grandi colpi. Pioli l'ha portato perché non lo conosceva, ma se Gudmundsson non è al top quello è il ruolo di Sabiri, non mi sorprende la scelta. Sono contento che sia in Inghilterra perché sembra una storia da film, un giocatore non più giovane che vuole convincere l'allenatore. E se non ci riesce, pazienza: in amichevole ha avuto un pallone e se lo buttava dentro poteva girare il mondo. Pioli poi è intelligente, valuterà il giocatore”.
“Per Sottil il discorso è diverso, Pioli lo conosce e lui ha dato prova di essere nervoso, non è più un ragazzo e si trova fuori ruolo nel 3-5-2 di questa Fiorentina. Penso che abbia mercato, a differenza di Sabiri appunto. Fortini ancora è un oggetto misterioso per Pioli, va provato. Io penso che sia il vice-Dodo ideale, ne parlano bene tutti, poi essendo giovane non avrà pretese di giocare tante partite da titolare. Mi piacque sia quando lo vidi giocare a destra che a sinistra".
“La Fiorentina ha vissuto un finale di stagione fantascientifico: squadra sesta ma tifosi scontenti, contestazione sia del DS che dell'allenatore, che a loro volta non andavano d'accordo, e poi le dimissioni. A quel punto la Fiorentina, società solida e sana, ha fatto bene a rinnovare De Gea subito per far capire ai tifosi che la società ha reagito. Poi l'arrivo di giovani come Fazzini e Viti, tifosi viola, Kean che decide di restare e forse anche Dodo. Ma anche la scelta di Pioli è positiva per l'ambiente: secondo me è stata indicata per prima da Ferrari, non che Pradè non fosse d'accordo, ma i due erano in ottimi rapporti nella prima esperienza da allenatore di Pioli a Firenze. Secondo me ci teneva molto a restaurare il rapporto professionale, e questo crea un clima ideale per le prossime mosse: un centrocampista forte tra i tanti nomi usciti”.