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Ospite ad un evento contro la violenza e l'intolleranza, organizzato da Centro Giovanile di formazione sportiva di Prato, in partenariato con CONI, Regione Toscana e Comunità Nuova Onlus, Giovanni Simeone ha fatto un po' il sunto della sua esperienza calcistica, a Firenze e non solo: "Io volevo venire a Firenze fin da subito. Da migliorare ho tantissimo, quello che sto imparando ogni giorno è pormi obiettivi e infatti ora ho una seconda guida sportiva che mi sta aiutando tantissimo a superare le critiche. In particolare mi dice di pormi piccoli obiettivi, che so di poter raggiungere e questo mi fa avere più fiducia in me stesso. E quindi io vado al campo e non penso a fare gol, che è una conseguenza di quello che uno fa in campo. Ogni giorno cerco di fissare un obiettivo preciso. Lo spogliatoio? Noi sudamericani abbiamo il nostro spazio, il problema è che quando andiamo via arrivano i francesi e mettono la loro musica. Sono 6 francesi contro 2 argentini, sono piccole cose ma poi ognuno si concentra a modo suo il giorno della partita. Muriel e io ci mettiamo a ballare magari, i francesi sono più concentrati. Però è bello anche vedere che aldilà della differenza tra uno e l'altro, tutti volgiamo gli stessi obiettivi. Astori? Quel momento non è stato per niente facile però credo che Davide ci abbia lasciato una cosa che non si può descrivere, che ci ha uniti tutti. Sappiamo che ogni giorno quando entriamo nello spogliatoio o allo stadio, lui è con noi, è la nostra forza".


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