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La stagione della Fiorentina sta volgendo al termine, con poche possibilità che la squadra possa qualificarsi per la prossima Conference League e tanti i rimpianti per una stagione vissuta in modo strano, con vittorie importanti contro le big della Serie A e sconfitte incomprensibili con le squadre minori. Per analizzare tutto questo Fiorentinanews.com ha contattato in esclusiva l’ex dirigente sportivo della Fiorentina Oreste Cinquini.

Direttore, che valutazione dà a questa annata della Fiorentina cosi strana?

“Sicuramente è stata strana, perché la Fiorentina ha vinto otto partite consecutive e poi è caduta con le piccole che ti hanno portato a passare periodi negativi e questo è abbastanza inspiegabile. Alcune assenze importanti in momenti della stagione difficili non hanno aiutato, poi però con il Betis eri al completo… ma sei andato fuori lo stesso. Possiamo identificare questa annata come strana, contrastante ma difficile da giudicare. Solo chi sta dentro la società e vive la quotidianità della Fiorentina può analizzare meglio la stagione e avere le giuste ragioni del perché sia andata così. Se non arrivi ad un piazzamento europeo, quest’anno, la stagione non è fallimentare ma comunque da considerarsi non positiva”.

C’è qualcosa che l’ha colpita in particolare, anche nell’atteggiamento dei giocatori in campo?

“Mi è sembrato strano a Venezia: mentre stai perdendo in una partita cosi importante per te, vedere Adli andare a battere un fallo laterale con tutta la calma del mondo dà fastidio. A Venezia la Fiorentina è stata scialba e senza furore, il perché di questo atteggiamento è sinceramente difficile spiegarselo da fuori”.

Tornando proprio sull’episodio di Adli, può essere legato anche al fatto che la squadra abbia tanti prestiti? Tanti potrebbero non essere riscattati e quindi non più interessati alla causa…

“La Fiorentina ha scelto questa metodologia di mercato la scorsa stagione, può portare vantaggi nell'immediato ma non a lungo termine. Questi prestiti sono stati anche pagati cari e adesso è un bell'enigma su chi dovrai riscattare e chi no”.

Come valuta la recente mossa della società di rinnovare Palladino?

“Condivido la scelta di rinnovare il suo contratto a poche ore da una sfida importante come quella con il Betis. Perché dava una motivazione in più a lui e alla squadra, poi alla luce dei risultati ottenuti c’è francamente da mordersi le mani”.

Come giudica le recenti contestazioni a Palladino e a Pradè da parte della tifoseria? E come si riparte per la prossima stagione avendo un ambiente già così caldo?

“Questo è un bel problema. Mi sembra che Pradè non sia mai entrato completamente in empatia con i tifosi viola e in questo campionato, a seguito della scomparsa di Barone, ha avuto un cambio di ruolo. Sembra più in prima linea, spesso lo abbiamo sentito esternare a fine partita anche parole importanti e forti. Forse in alcuni casi, come a Bologna nei confronti di Italiano, sarebbero stato meglio evitare certe polemiche che non portano mai a niente di buono”.

 

 

 

 

 


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