Bocci: "La stagione della Fiorentina di Palladino non è da buttare, con i punti fatti di solito sarebbe stata Europa League. Ora serve un segnale dalla società"

Questo pomeriggio il giornalista del Corriere della Sera Alessandro Bocci, durante un collegamento con Radio Bruno, ha avuto modo di analizzare il momento della Fiorentina di Raffaele Palladino.
“Adesso non ho la certezza che resti, ma faccio molta fatica a pensare che la Fiorentina cambi allenatore dopo quello che ha fatto e detto nelle ultime settimane. E’ chiaro che le cose cambiano, ma credo che la stessa partita contro l’Udinese possa ancora determinare qualcosa. Non tanto dal punto di vista della classifica, perche sono convinto che contro il Lecce la Lazio non si farà scappare l’occasione di vincere per raggiungere la Champions, ma se si dovesse vincere e chiudere la stagione a 65 punti rappresenterebbe un ulteriore argomento di difesa per l’allenatore. Solitamente con questi punti saresti andato in Europa League, e chiudendo a 65 faresti il record degli ultimi anni”.
“Va sottolineato che se facesse 65 punti Palladino avrebbe fatto meglio dei tre anni di Italiano”
Ha anche aggiunto: “Anche i tre anni di Italiano sono andati peggio, anche se con una squadra nettamente inferiore è comunque riuscito a raggiungere tre finali consecutive. In finale non contano solo le sconfitte, ma anche l’esserci andato cosa mai semplice. Anche questo traguardo potrebbe determinare e cambiare le carte in tavola. In assoluto io credo che la Fiorentina abbia seguito una strategia nel fare tutto ciò, non credo che abbia fatto questa scelta per far sentire l’allenatore piu tranquillo nella settimana decisiva della stagione. Evidentemente vedono in Palladino il prospetto di allenatore che possa fare un salto di qualità, cosa che però quest’anno non ha fatto”.
“Capisco l'insoddisfazione dei tifosi della Fiorentina, ma non si può parlare di fallimento”
Ha sottolineato anche l’insoddisfazione: “E’ normale che nell’ambiente ci sia della delusione, quando non arrivi agli obiettivi prefissati è una cosa normale. Ma tra delusione e fallimento la differenza è grande. Secondo me le motivazioni di questi risultati sono tante. In primis il fatto che l’allenatore abbia pagato la sua inesperienza: era riuscito a trovare un equilibrio con Bove in campo, ed è stato costretto a cambiare tutto dopo quello che è successo al centrocampista. Nel calcio sono però convinto che serva un po di pazienza”.
“Il primo a lanciare un segnale chiaro deve essere la società”
Ha poi concluso parlando del futuro: “Innanzitutto bisognerà capire con quale organico si sceglierà e si potrà ripartire il prossimo anno: servirà trattenere i giocatori piu forti e continuare il progetto iniziato. Mi riferisco a Fagioli, De Gea, Kean e Gudmundsson: occorre capire da quali profili deciderà di ripartire la società, e sopratutto chi deciderà di sposare il progetto viola. Come ho già detto in precedenza ora serve chiarezza da parte della società: anche senza Europa ci sarà bisogno dell’imput da parte del club per provare a stupire tutti e a puntare ad una qualificazione europea il prossimo anno”.