L'ex attaccante della Fiorentina Federico Bernardeschi, attualmente pilastro della Juventus e della nazionale azzurra di Roberto Mancini, ha rilasciato una lunga instervista a Fashion Illustrated, dove ha raccontato il suo rapporto con il pallone. Ecco un estratto delle sue parole: "La passione per il calcio è innata. Mi raccontano che a tre anni, quando neanche sapevo cosa fosse un pallone, già gli correvo dietro. Un amore a prima vista. L'ho capito dopo cosa sarebbe stato per me.A otto anni facevo avanti e indietro da Carrara per allenarmi nelle giovanili dell'Empoli. A dieci anni sono passato alla Fiorentina , poi sono arrivati i pulmini e i treni, è stato un percorso graduale e naturale che mi ha portato a 16 anni a trasferirmi a Firenze. È stato un percorso faticoso, certamente, mi ha fortificato, ma per diventare un calciatore di livello e raggiungere quello che era il mio sogno non c’erano molte altre strade, dovevo uscire da Carrara. L’ho fatto volentieri, ho avuto il supporto di società importanti e oggi gioco nella Juventus, che è il massimo, quindi direi che ne è valsa la pena. Il presente in bianconero? Ho la fortuna di giocare in una Società molto ambiziosa, una delle più importanti del mondo, in cui è davvero possibile realizzare tutti i propri sogni, ma ci si deve impegnare ogni giorno oltre i propri limiti. Abbiamo grandi responsabilità".


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