In una tiepida e ventilata mattina in Val di Fassa, dopo la seduta mattutina, un gruppo di calciatori assieme al suo allenatore si radunano attorno ad un telefonino a bordo campo del centro 'Benatti' di Moena. No, non si tratta di un nuovo videogioco o di uno sketch di un "personaggio" dell'allora allegra compagnia. La banda di Pioli ha da un mese e mezzo terminato ottava il proprio campionato, ma la UEFA sembra voler premiare i viola con l'immediato accesso ai preliminari di Europa League ai danni del Milan, reo di aver speso oltre il dovuto e soprattutto, oltre i paletti imposti dal massimo organo calcistico europeo. Niente da fare. Il gruppo torna negli spogliatoi sconsolato; il TAS 'rovescia' il risultato: rossoneri ammessi ai gironi di Europa League, con la Fiorentina che dovrà rispettare i verdetti del campo: secondo anno senza Europa.

La stagione non sembra proprio iniziare nel migliore dei modi, con i gigliati che avevano di fatto anticipato la preparazione estiva proprio per prepararsi al meglio al possibile impegno europeo. Il 6-1 contro il Chievo alla prima giornata lascia intuire che il vento possa essere cambiato; ma man mano che il campionato scorre, le sei vittorie consecutive ottenute la stagione scorsa diventano un sempre più lontano ricordo. A tratti, la Fiorentina si smarrisce, perdendo anche quella forza d'animo figlia purtroppo di una tragedia. Forza di volontà pronta però a tornare nel momento del bisogno.

Con le unghie e con i denti i viola riacciuffano partite che sembravano perse: Inter, Sampdoria, Spal. Poi l'ennesimo patatrac: l'allenatore decide per la prima volta di esporsi in modo netto, manifestando i suoi pensieri direttamente. A poco più di due mesi dal termine del campionato, un contratto in scandenza ma con "la voglia di proseguire ancora insieme", come filtrava dalla società. Oltre l'aspetto tecnico, come si può dare torto a Stefano Pioli? Via il tecnico di Parma, torna Montella. Il resto è storia, fino alla triste e fischiata serata di domenica sera.

Ma la dismissione Dellavalliana non parte certo da questa stagione. E dunque, riavvolgiamo il nastro tornando  gennaio 2016. La Fiorentina dopo essere stata a lungo in testa (o comunque ai vertici) della classifica del campionato 2015/16, entra nel mese di gennaio terza a pochissime lunghezze dalla prima della classe. Soltanto due anni prima erano stati investiti molti soldi in una campagna acquisti che avrebbe potuto portare la Fiorentina in Champions League. Giuseppe Rossi, Gomez, Joaquin, Cuadrado. Investimenti se vogliamo, a scatola chiusa, perchè il campionato inizia ad agosto e finchè il campo non emette i propri verdetti, inutile costruire troppi castelli in aria. Ma se al giro di boa ti ritrovi terzo a pochi punti dalla vetta, non può essere un caso.

La società avrebbe dovuto investire per raggiungere il traguardo Champions League (con il jackpot economico compreso!) e invece...niente. Arrivano Tino Costa, Benalouane e poco più. Un affronto alle ambizioni della squadra di Paulo Sousa che smette di fatto di essere squadra concludendo comunque il campionato con un onorevole quinto posto. Storie di non-calcio e dismissioni. Il primo vero accenno della famiglia Della Valle.

 


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