Per anni si è seduto in panchina a guardare il collega che gli stava davanti. Silenzi iniziali, a cui pian piano sono seguiti i primi sbuffi. Poi, dopo il non riscatto di Sportiello, l’ennesima bocciatura con l’acquisto di Lafont. Sei mesi di panchina a Firenze, sei mesi di ottime prestazioni a Empoli. Ora, la situazione di Dragowski si è ribaltata è la Fiorentina gli ha dato ciò che aveva sempre voluto: il posto da titolare. Tuttavia a Bartek, e al suo procuratore, sembra non bastare. Le offerte che arrivano dall’Inghilterra sono maggiormente cospicue, e il portiere si è messo di traverso. Ma è facile convenire che la Fiorentina, affidando la porta a Dragowski, compie già una mossa di grande audacia. Sei mesi di buon livello, in una comoda realtà come Empoli, non bastano certo a dare garanzie né tantomeno autorizzano a discutere di un aumento dell’ingaggio. Per questo, Dragowski dovrebbe solo ringraziare e mettersi al lavoro per dimostrare di meritare davvero la maglia viola numero uno. Il portiere polacco potrebbe davvero essere un "giovane fuoriclasse", per citare la canzone del rapper Capo Plaza, ma forse dovrebbe risultare più umile in certi frangenti. Perché l'opportunità che gli sta dando la Fiorentina, con tutto il rispetto per le pretendenti inglesi, difficilmente potrà ricapitargli.


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