Ci sono due vittorie, che fin questo momento contano tanto. Forse non quanto i risultati, forse non quanto la classifica, ma danno spessore, alimentano la forza di questa Fiorentina, danno all’allenatore alternative in più. La prima si chiama Amrabat, la seconda Sottil.

Strana la storia dell’ex Verona, ad un passo dalla cessione poche settimane fa, per tutti il calciatore da cedere, tenendo Pulgar. Invece, accade il contrario. E Italiano, andando contro le speranze di tutti ricomincia a dargli fiducia. Un po' perché obbligato dagli infortuni e dalle squalifiche, un po' perché sempre speranzoso nel fatto che prima o poi sarebbe arrivata una reazione. Ed ecco che, nel momento più difficile, dopo una vera e propria papera, arriva il gol vittoria. E anche, probabilmente, uno sblocco psicologico che consente allo stesso Amrabat di ritrovarsi, di giocare due partite consecutive ad alti livelli. Cosa che non accadeva da un anno e mezzo. L’abbraccio con Italiano, che fino all’ultimo ci ha provato, è emblematico. Lui, l’allenatore dei miracoli.



Per Sottil la storia è diversa, ma anche in questo caso la mano del tecnico sta facendo la differenza. Insieme a quella della proprietà, pronta questa volta a rinnovare un contratto per tanti anni, nel momento meno felice del calciatore. Come si deve fare. Da lì la voglia di insistere, di dargli chance importanti, di ammettere e tollerare anche qualche passo falso che in un giovane ragazzo deve essere contemplato. Sottil sta crescendo: forza fisica, volontà, tecnica. Oggi è lui il titolare, aspettando l’ambientamento di Ikoné. Insomma, non è roba da poco mettere a sedere al momento uno da Champions League. Riccardo ci sta riuscendo, cercando di seguire le orme di un certo Chiesa, simile per alcune cose, diverso per altre. Soprattutto caratterialmente. Giocherà e non giocherà, non mancherà il turnover nelle prossime partite, ma nell’arco di Italiano, Sottil oggi è una delle frecce positive. Deve e può crescere, ancora tanto, soprattutto quando non ha il pallone tra i piedi. Quando c’è da rientrare, da coprire, da sacrificarsi. Ma ha corsa e forza nelle gambe per poterlo fare, per poter giocare un giorno anche a tutto campo. E poi qualche gol in più. Occorre da lui, da Gonzalez, da Saponara, da Ikoné appunto. Da tutti quegli esterni, adattati o meno, che dovranno aiutare la fase realizzata quando gli attaccanti non saranno in giornata fortunata.



La Fiorentina, del futuro, ripartirà da loro. Con contratti lunghi e importanti, delle vere e proprie cambiali per il futuro. Il ‘miracolo Italiano’ ha bisogno di esterni forti per concretizzarsi. E da questo punto di vista, i viola sono già un bel pezzo avanti.


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