Sono passati pochi giorni dall'inattesa cessione di Vlahovic dalla Fiorentina alla Juventus, e i tifosi viola ancora si accingono a cercare di metabolizzare il passaggio del proprio top player alla rivale, storica così come in campionato per un piazzamento in Europa, la Juventus, con continui striscioni pro e contro Commisso (la città è divisa su questo tema), insulti al Serbo e via dicendo. Inattesa questa mossa, quantomeno ora, anche se in realtà dall'estate in poi la comunicazione è stata discordante: continue dichiarazioni, smentite, silenzi assordanti da parte del procuratore, "minacce" da parte della società... Un teatrino che ha lasciato tutti nella più totale confusione e con un forte nervosismo. Lo stesso teatrino che era diventato insopportabile, con le dichiarazioni dei dirigenti gigliati che non trovavano risposte, fino a indurli a fare una mossa decisa, spinti anche dalla paura di perdere un tale valore a zero o comunque a meno a giugno: venderlo. Semplice quanto spietato: Vlahovic alla Juve.

Tralasciando momentaneamente l'aspetto della squadra a cui è stato venduto e agli isterismi vari (che prima o poi svaniranno), ragionandoci a mente lucida bisogna fare alcune considerazioni. In primis che, se è vero che Vlahovic assicurava quel tot di gol e di punti e che la squadra era costruita su di lui, allo stesso tempo vi era una forte instabilità dalla situazione sopra citata, così come una discrepanza troppo forte tra un "giocatore-dio" e gli altri, ottimi giocatori ma nessuno considerato un top player ai suoi livelli. Quindi, la sua cessione potrebbe assicurare una maggiore simmetria e compattezza del gruppo.

Inoltre, questa mossa permette alla società di guardare più a lungo termine: puntare tutto su questa stagione vendendo Vlahovic a giugno avrebbe svantaggiato la viola nella concorrenza sul mercato. In questo modo invece i soldi incassati possono essere reinvestiti subito, come abbiamo visto già in questa finestra di mercato: tre ottimi giocatori (Piatek, Ikonè, Cabral) sono stato presi per rimpiazzare "dio Dusan". Giocatori su cui, in prospettiva, la squadra può ripartire e costruire il proprio futuro.

E scusate se non sono divinità o se è poco, ma da questo punto di vista meglio che questo giocatore stia dove vuole (e dove merita) di stare, con l'augurio che i sostituti ce lo facciano dimenticare quanto prima.


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