Con un emblematico "Magari!" Vincenzo Italiano ha risposto ad una scherzosa considerazione in sala stampa, nel corso della conferenze post Udinese di ieri, che lo interrogava sulla sua volontà di scendere in campo in prima persona a Basilea. Dipendesse da lui, avrebbe già gli scarpini ai piedi, pronto a giocarla anche oggi stesso, tanta è la carica e la rabbia accumulata per un k.o. balordo come quello della gara d'andata. Il pomeriggio di ieri del tecnico della Fiorentina è stato tutto fuorché ordinario: si percepiva una certa tensione nell'aria, da alcune risposte piccate su temi di cui avrebbe fatto a meno (i casi Jovic e Terzic) ad altre eluse direttamente (il 'famoso' turn over) e poi la questione più sentita, quella ambientale.

All'allenatore viola alcune critiche proprio non vanno giù, c'è la questione degli scambi di vedute (evitabili) con il parterre di tribuna e poi la sottolineatura di ieri sulla "parte di Firenze" che non capirebbe al 100% gli sforzi fatti da lui e dai suoi ragazzi. Che non sia totalmente sereno Italiano lo si è capito soprattutto dopo qualche risultato brutto che ha scatenato sempre il classico tiro al piccione contro di lui. Sassolini a parte però, il siciliano di Karlsruhe è il vettore giusto per tramutare tutta la rabbia agonistica accumulata in carica per il match da vita o morte del St. Jakob-Park: giovedì sera la Fiorentina si gioca 'gran parte' della stagione e l'occasione storica di disputare una finale europea dopo 33 anni. Sta ai suoi uomini poi recepire e trasporre sul campo tutta questa carica, fondamentale per completare la rimonta.


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