L'ex allenatore della Fiorentina, Beppe Iachini, ha parlato a Radio Bruno dell'exploit di Amrabat e di un altro talento che aveva conosciuto nel suo periodo a Firenze:

"Amrabat non è nulla di nuovo: è sempre stato questo qui. E' migliorato tanto da quando è in Italia, più tattico, non solo istinto. Un ragazzo d’oro, gran lavoratore e professionista. Sono stato il primo a farlo giocare davanti alla difesa perché mostrava certe caratteristiche. Sono molto felice per lui. È un ragazzo timido quindi il primo impatto con Firenze l’ha sofferto, ma aveva solo bisogno di tempo, anche per imparare la lingua. In più quando arrivò c’era il Covid quindi accusò di non potersi allenare".

E ancora: "Sofyan mi ha sempre detto che in Nazionale giocava in quel ruolo. Certo non è Pirlo, non è un regista, però con lui ci si può permettere mezzali più offensive, come facevo io con Castrovilli e Bonaventura. Amrabat consente di giocare anche con esterni più offensivi, perché dà gran copertura a difesa e ripiega sempre. È migliorato anche nello smarcamento per verticalizzare a aprire il gioco. Con me ha giocato anche insieme a Pulgar, ma lui si sente di poter giocare davanti alla difesa. Conta sempre ciò che un giocatore si sente di fare".

Poi su Kouamè: "Era arrivato dopo una lesione al crociato, quindi fece fatica ad esprimersi con la sua agilità. Doveva riprendere condizione, non a caso io lo facevo giocare quando poteva, ma ha sempre avuto grandi prospettive".

Infine sul suo rapporto con Firenze e la Fiorentina: "Commisso mi ha fatto venire in una squadra e in una città che ho sempre amato. Purtroppo quell’anno e mezzo era colmo di depressione e di Covid. Ci sono state delle difficoltà oggettive che non ci avevano permesso di crescere, ma non rimpiango il mio esonero. Sono rimasto in buonissimi rapporti con la società".


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