Lungi da noi volerci sostituire ai giudici, agli inquirenti e a tutti gli organi preposti, però da Perugia sta emergendo un qualcosa che era apparso chiaro fin da subito. Il patron del club umbro, Massimiliano Santopadre, non ha agito correttamente nei confronti della Fiorentina e in questo ha trovato pieno appoggio nell'Atalanta che si è prestata a queste manovre e si è ritrovata in casa un difensore, rivelatosi, importante come Gianluca Mancini ad un prezzo ridicolo.

I contorni sono ormai chiari: Mancini valutato 300 mila euro per poter dare alla Fiorentina solamente 150 mila euro (il club viola poteva vantare il 50% sulla futura rivendita del giocatore) e intanto Santopadre junior, portiere veramente scarso, veniva valutato 2 milioni di euro, ovvero quella che poteva essere all'epoca una valutazione congrua proprio dello stesso Mancini. E' chiaro che Santopadre, beccato con le mani nella marmellata, stia cercando di portare il tutto verso il semplice falso in bilancio ma, per quello che si può capire, ci sono tutti gli estremi per una truffa perpetrata ai danni della Fiorentina.

Sia chiaro, con questo articolo non vogliamo parlare dell'errore tecnico che è stato commesso dalla società viola lasciando partire questo ragazzo, e che resta, però è giusto anche cominciare a valutare il caso Mancini sotto un'altra ottica, sotto un altro punto di vista.


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