La Nazione di oggi svela alcuni retroscena sulla giornata di ieri che ha visto la Fiorentina sballottata tra Udine e Firenze e ricevere in tarda mattinata la comunicazione che la gara con i friulani sarebbe stata poi rinviata. "Che si fa, si gioca?". "Certo che si gioca, ragazzi". Erano le 11.59, i giocatori e lo staff viola erano a pranzo dopo aver ripassato la lezione tattica sull’Udinese. Un minuto dopo, arriva la telefonata dalla Lega alla Fiorentina in albergo: niente partita, potete salire sull’aereo e tornare a casa. Arrivare e andarsene subito: sembra una maledizione per i viola qui in Friuli, anche se niente è paragonabile al 4 marzo 2018, quando il Capitano Davide Astori fu trovato senza vita nel suo letto a poche ore dalla partita contro l’Udinese. Quella di ieri è stata soltanto una figuraccia e l’ha fatta il Calcio, incapace di scegliere una direzione chiara di fronte a un problema di natura superiore. Si tratta della storia di un pasticcio lungo almeno tre giorni, un tiraemolla fra compromessi e interessi. La sensazione è che alla fine abbiano prevalso i secondi, soprattutto quelli capitanati dal gigantesco volume di ricadute generato da Juventus-Inter. Quello che va sottolineato è che la Fiorentina è rimasta ostaggio dell’incertezza fino alle 11,59 di ieri mattina, esattamente 6 ore e un minuto prima dell’inizio della gara e dopo aver ricevuto mercoledì sera dalla Lega rassicurazioni definitive. della serie: "fissate pure l’hotel e prenotate il volo charter, si gioca sabato a porte chiuse".  Poi stop alle comunicazioni, fino a ieri mattina dove è stato fatto riferimento a decisioni governative prese martedì.

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