Fiorentina, ci sono tre punti da cui partire. A gennaio serve una rivoluzione, serve prendersi le responsabilità (e quindi avere anche un po' di umiltà, caratteristica ultimamente smarrita) e magari chiedere anche scusa per le scelte tecniche sbagliate. Quasi tutte. Errori su errori. Una serie mai vista, così lunga, di partite così vuote, di prestazioni così irritanti, di individualità allo sbando. Da qualsiasi parte la si guardi, qualsiasi formazione venga schierata. Montella, Iachini, adesso Prandelli. Nessuno, purtroppo, ci sta capendo niente. Anzi, al momento, i numeri dicono che soltanto Iachini era riuscito a tenere botta e che Prandelli al momento non ha inciso, anzi le cose sono addirittura peggiorate. Era difficile immaginarlo.

Ma l’allenatore sembra rimanere, in questo momento, davvero l’ultimo dei problemi. O meglio, il problema minore. Giornalisti, tifosi, ambiente, stadio nuovo. Pensiamo alla squadra, che è meglio. Anche perché i cambi sono già stati fatti, e il gioco dell’oca della panchina, sta stufando un po' tutti. Da qui a Natale si prospetta un campionato terribile: Sassuolo, Verona, Juventus. Il rischio, serio, è quello di arrivare al panettone con il pugno chiuso dal punto di vista dei punti, anche se ovviamente speriamo che ciò non avvenga. Se così fosse, la classifica sarebbe davvero terribile e magari ci ritroveremmo a fare i conti con un nuovo cambio in panchina.

Nel bel mezzo le solite polemiche contro i giornalisti (che per carità, non saranno tutti esemplari e con la schiena dritta) e la sensazione che Commisso si stia piano piano stufando. Il tutto fino ad arrivare ad uno stadio vuoto che non aiuta. Anzi. Anche una contestazione, civile ovviamente, come oggi sarebbe naturale, magari sarebbe servita a scuotere qualcuno o qualcosa. Sembra essere entrato un ‘tarlo’ in questa squadra, in questo ambiente, in questa città, sportivamente parlando. Un qualcosa che piano piano sta rosicchiando tutto. Cambiare: soltanto questo potrebbe servire. Perché il tempo, per fortuna, ancora non manca.

E allora, visto che gennaio è vicino, forse sarà il caso di una vera e propria rivoluzione. Callejon al posto di Chiesa è andata male. Sottil al Cagliari anche. Puntare su dei ragazzini là davanti idem. Tanto per dire tre cose al volo, non da poco. Anzi, una cosa giusta è stata fatta: continuare a puntare su Dragowski, in questo momento uno dei tre portieri migliori della Serie A. Ma sinceramente non può bastare, nemmeno per salvarsi.

Adesso il ritiro, inevitabile, ma tutti percepiscono che non potrà bastare. Lo sa benissimo Commisso: giustamente il più arrabbiato di tutti. Dopo l’amore dato, i tanti soldi messi (con tanto di milionario ripianamento di bilancio), la fiducia data ai suoi allenatori, ai suoi calciatori e ai suoi dirigenti, queste figuracce non se le merita. Abbiamo visto squadre più forti di questa retrocedere. I campanelli d’allarme sono già suonati tutti. Si pensi al campo, solo a quel rettangolo verde. Il resto è fuffa.

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