Si è parlato della poca brillantezza di Stefano Pioli, soprattutto nelle sue decisioni a gara in corso e della poca propensione al rischio, allo sbilanciamento tattico: il risultato è una Fiorentina che subisce poco e infatti ha la seconda difesa del campionato, a pari con l'Inter. Sul fronte opposto però gli uomini di Pioli fanno una fatica tremenda a segnare e a creare occasioni e il tecnico qui non ha mai avuto l'illuminazione giusta, facendo anzi storcere la bocca a molti con i cambi delle ultime partite. Prendiamo anche solo l'ultimo mese, con i quattro pareggi consecutivi: col Cagliari, Maran dopo lo svantaggio inserì Pavoletti, che realizzò l'1-1; una settimana dopo il Torino mise sotto la squadra viola, cercando poi la vittoria con l'ingresso di Zaza al posto di Baselli. Con la Roma poi, le scelte di Di Francesco su Schick per Under e Kluivert per El Shaarawy per andarsi a prendere (anche con un po' di fortuna) il pareggio; infine Frosinone, dove Longo ha inserito il secondo centravanti Pinamonti, poi a segno, per l'esterno Campbell. Alla Fiorentina ha girato anche male, perché le ultime due reti sono arrivate in zona Cesarini ma sempre in seguito a scelte coraggiose da parte dei tecnici avversari, sicuramente più spavaldi di Pioli.


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