I contestatori nel mirino ma anche la politica fiorentina (e non solo), quella rea di non agevolare abbastanza l'iter per la realizzazione della cittadella viola, strettamente connessa al trasloco della Mercafir e a sua volta al nuovo aeroporto. Nel famoso di comunicato di due anni fa invece (ma i riferimenti ci sono anche stavolta) i destinatari principali dell'esternazione dellavalliana erano stati i presunti "imprenditori-vip accusatori", sempre tiratisi indietro dalla possibilità di investire sulla Fiorentina.

In ogni caso per Diego Della Valle il malcontento sembra davvero diventato insostenibile. E in effetti, di sostenibile per quanto riguarda la sua squadra c'è poco: dalle ultime prestazioni oscene ad un'astinenza da vittoria che ha raggiunto livelli record, passando anche per processi (o progetti) di ricostruzione tecnica a dir poco rivedibili. Ecco, per quanto comprensibile possa essere il fastidio nei confronti dell'offesa, pur sempre censurabile, ma sorge il dubbio che al patron l'idea che buona parte del malcontento provenga proprio dalla malagestione tecnica non sia passato neanche per l'anticamera del cervello.

In tal senso ci sentiamo di sollecitare l'attenzione proprio su questo punto: costruire una Fiorentina da sesto-settimo posto (con più risorse di partenza di chi poi sesto o settimo ci arriverà davvero) era così impossibile, pur in regime di spending review? Riconoscere di aver fallito l'obiettivo tecnico (ma anche economico) è questione così subordinata al "clima ostile" da rendere superflua una qualsiasi ammissione?

In attesa delle prossime puntate e delle "molte cose che noi vogliamo affrontare con chiarezza e consapevolezza", un minuto dopo la fine del campionato. E la fine del campionato può arrivare già stasera, se la Fiorentina riuscirà a non perdere.


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