In merito alle dichiarazione dell'Onorevole Gabriele Toccafondi pubblichiamo anche la risposta che ha ricevuto dal Ministero dei Beni Culturali in merito all'interrogazione fatta in Commissione Cultura, Scienza e Istruzione:


L’Onorevole Toccafondi richiede notizie in merito alla situazione dello Stadio Artemio Franchi di Firenze ed accenna, in premessa, alle disposizioni del Codice dei beni culturali e
del paesaggio in materia di tutela. Permettetemi di precisare che tutti gli edifici di proprietà pubblica aventi più di 70 anni
e di autore non più vivente sono sottoposti alle disposizioni di tutela fino a quando non sia effettuata una verifica sul loro effettivo interesse culturale. Ed appunto lo Stadio Artemio Franchi di Firenze, progettato da Pier Luigi Nervi, è una
delle più importanti opere di architettura del Novecento, riportata in tutti i libri di storia
dell’architettura non solo italiani. Su tale presupposto, il procedimento di verifica dell’interesse culturale si è concluso
con un espresso provvedimento di tutela (rep. n. 15 del 20 maggio 2020) motivato dal fatto che l’immobile presenta “un rilevantissimo interesse culturale in quanto testimonia un’incessante ricerca sul rapporto tra programma funzionale, applicazione del calcolo
strutturale e invenzione della forma. La sintesi tra questi tre fattori ha prodotto un’architettura che, per le sue notevoli innovazioni tecniche e per le significative soluzioni estetiche, ha contribuito al rinnovamento della cultura del progetto, avvenuto negli anni Venti del Novecento in Italia e nel mondo.


Nel merito specifico dello stadio fiorentino, l’articolazione della struttura in cemento armato in blocchi separati, 24 in totale, non introduce distinzioni o separazioni tra la continuità dei telai portanti, che definiscono nella loro reiterata successione l’aspetto
esterno dello stadio, la cui immagine appare comunque fortemente qualificata dagli elementi formalmente e strutturalmente più complessi, ovvero la sottile, snella pensilina a copertura della tribuna centrale, le scale elicoidali di accesso alla Maratona e alle curve
(Fiesole e Ferrovia) e la torre di Maratona.
L’ampia fortuna critica dello stadio ‘Artemio Franchi’ è testimoniata da un’estesa e persistente continuità di studi e di contributi critici, in Italia e all’estero, su questa opera  di Pier Luigi Nervi, come attestano i brevi riferimenti bibliografici allegati, sintesi di un’amplissima letteratura dedicata alla figura di Nervi.”
Tanto premesso si precisa che la legge di stabilità 2014, la n. 147 del 2013, detta anche “legge stadi” in riferimento ai commi 303 e 305 dell’art. 1, è norma di carattere generale che non può prescindere dal rispetto delle disposizioni del decreto legislativo n. 42 del
2004, “Codice dei beni culturali e del paesaggio”, che, come noto, è norma posta a tutela di interessi pubblici prevalenti.
La competenza del Ministero per i beni culturali non può essere che quella di valutare gli aspetti di tutela e non i fattori economici ed occupazionali che, seppure importanti, afferiscono alla competenza di altre istituzioni. Ora, il fatto che lo Stadio Artemio Franchi sia sottoposto alle disposizioni di tutela non lo “congela” in una condizione di non utilizzo, ma comporta che tutti gli interventi che coinvolgeranno quest’opera, siano essi di conservazione e restauro che di adeguamento a motivate esigenze funzionali, dovranno essere accuratamente progettati al fine di garantire, unitamente al suo adeguamento, la trasmissione alle generazioni future di quei valori storici e culturali che ne hanno giustificato il vincolo.
Permettetemi da ultimo di sottolineare che non è vero che si crea un “contrasto” tra le norme di tutela e la realizzazione di un impianto moderno ed efficiente perché nell’ambito di un progetto di qualità è possibile trovare un giusto equilibrio tra tutela e sviluppo.
Da notizie assunte presso la competente Direzione generale comunque abbiamo appreso che, ad oggi, pur essendoci stati incontri interlocutori, non è stato ancora presentato alla competente Soprintendenza alcun progetto per le autorizzazioni di
competenza. Il Ministero non ha pertanto formulato, al riguardo, nessun parere formale.


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