L'analisi di Luis Muriel a La Nazione riparte dal secondo gol segnato alla Samp, per concentrarsi poi sulla sua carriera: "Parto dal secondo. Fede mi ha lanciato la palla a centrocampo, eravamo in dieci contro undici e sapevo che avrei dovuto saltare subito il difensore per puntare la porta. Ci sono riuscito di tacco su Andersen, poi ho anticipato Murru con un colpo di punta, sono entrato in apnea e ho corso verso Audero. Al limite dell'area ho mirato l'angolo basso. In un certo senso avevo la sequenza in mentre quando Chiesa mi ha passato la palla. Era stato più difficile il primo gol. Ma se riesci a entrare in area in mezzo a tre uomini e punti l'area piccola, per sorprendere il portiere devi far passare la palla sotto le gambe dell'ultimo difensore. Anche se il tiro è lento, è difficile che lo prenda. La mia carriera? Credo che il calcio mi abbia restituito quello che ho dato. Quindi sì, la mia carriera è stata giusta, sono contento di quello che ho fatto giocando per squadre importanti. E poi non ho ancora 28 anni, di tempo davanti ce n'è eccome... Rimpianti del Siviglia per me? No, il Siviglia si è comportato bene con me, anche lì ho tanti amici e lo spogliatoio era davvero super. Se ho reso meno del previsto la colpa è stata solo mia. Credo di aver pagato troppo la pressione di dover dimostrare quanto valevo. Ma il Siviglia aveva speso così tanto per un giocatore, questo peso mi ha frenato. Quindi nessun sassolino da togliermi, mi dispiace solo che il vero Muriel si veda ora".


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