Tre indizi fanno la prova “programmazione”? Un’improvvisa e frenetica bulimia che necessita logica e chiarezza

Pronti via e la Fiorentina arriva alle porte del calciomercato con tanti volti nuovi. Il club viola ha fatto una scelta forte, decidendo di ripartire da molteplici novità nella rosa rinunciando anche a esercitare tanti diritti di riscatto, come quello di Albert Gudmundsson. Arrivano Edin Dzeko a parametro zero dopo l'avventura al Fenerbahce, Jacopo Fazzini a titolo definitivo dall'Empoli e Mattia Viti in prestito con diritto dal Nizza.
Mosse inedite rispetto al solito
Una modalità di movimento sicuramente insolita, in confronto all'operato della Fiorentina sul mercato nelle precedenti stagioni. Il ds Pradè sembra voler dare una risposta alla sua confermata tendenza di limare il mercato nelle ultime battute. Stavolta prova a invertire la rotta e lo fa con Stefano Pioli ancora non giunto a Firenze, a ritiro non ancora iniziato. La logica potrebbe essere un lavoro già iniziato sotto traccia con il neo-tecnico viola, fattore che deve essere imprescindibile per valorizzare i nuovi acquisti. Altrimenti c'è un rischio non da poco.
Bulimia = programmazione? Deve essere solo l'inizio di un mercato strategico
Insomma, la Fiorentina è stata colta da un'improvvisa bulimia di mercato. Arrivata, per altro, dopo durissime contestazioni all'indirizzo dello stesso Pradè e di tutto il comparto societario. Ciò che deve guidare tali acquisti non deve essere una frenetica risposta alle critiche, tentando di tappare momentaneamente i buchi, bensì una preparazione strategica della loro collocazione e della loro effettiva utilità all'interno della rosa. Se questi movimenti saranno indice di programmazione, ce lo dirà il tempo senza sentenze a prescindere. Anche di fronte a proclami del tipo “Visto che acquisti facciamo?” di Commisso stesso, che ha chiesto fiducia e (in un certo senso) dato risposte. Ed è solo l'inizio, deve esserlo, con le carte più importanti ancora da tirare fuori e una chiarezza delle traiettorie di mercato più lampante col passare dei giorni; questa è la speranza, soprattutto dopo la decisione di lasciar andare tanti giocatori.