Malusci ricorda Pin tra le lacrime: "Non ho colto la fatica di vivere di Celeste. L'ho visto inca**** una sola volta in vita mia contro la Juventus"

Compagni di squadra prima, amici poi. Celeste Pin e Alberto Malusci hanno creato un rapporto tra di loro che è andato oltre alle vicende di campo.
Il ricordo di Malusci, espresso attraverso La Gazzetta dello Sport, è particolarmente accorato: “Soffro anche solo a figurarmelo, un gesto così - ha detto - La verità è che nessuno di noi può dire con assoluta certezza di conoscere un amico fino in fondo, nessuno può capire le ombre con cui gli altri convivono. Da quando Celeste se ne è andato ho provato a ricostruire ogni momento vissuto con lui, ma non sono riuscito a cogliere nulla, non un segnale, niente. È questa la cosa che mi rimprovero: non aver colto la fatica di vivere che Celeste portava dentro”.
“Una sola volta arrabbiato”
"Se l'ho mai visto arrabbiato? Una sola volta, il giorno della finale di andata della Coppa Uefa, a Torino, contro la Juventus. Era furioso, incazzato come mai era successo. Ce l'aveva con l'arbitro, con Casiraghi con cui aveva duellato in campo, si lamentava che l'arbitro non ci tutelava. Sì, quella fu la partita in cui davanti ai cronisti se ne usci dicendo: "La Juve è una squadra di ladri".
“Mi aveva preso sotto la sua ala”
“L'ho conosciuto quando sono stato aggregato alla prima squadra della Fiorentina. Avevo diciassette anni, a ottobre del 1989 ho debuttato in Serie A. Vivevo un sogno. Celeste era un veterano, mi ha preso subito sotto la sua ala. lo libero, lui stopper. Lo guardavo, cercavo di imparare. Aveva un senso dell'anticipo fenomenale, leggeva prima le intenzioni del centravanti avversario. E poi di testa svettava su tutti”.