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Il giornalista e direttore di Italia7 Enzo Bucchioni nel proprio editoriale su La Gazzetta dello Sportha analizzato le dimissioni di Raffaele Palladino, che si sono abbattute su Firenze come un fulmine a ciel sereno.

“Un allenatore che si dimette è merce rarissima, siamo di fronte a un bel giallo. Una cosa è certa: chiude qui, dopo appena undici mesi, la strana storia di mister Palladino e della Fiorentina. Una storia vissuta sulle montagne russe, con poche certezze e tanti dubbi. Quella fragile linea che separa l’amore e il disamore ha sempre accompagnato Palladino nel suo breve viaggio nel Viola Park, la passione vera non è mai sbocciata. Né in campo né fuori. Non si possono battere Inter, Juventus, Milan e Atalanta e perdere con Monza e Venezia. Non si capisce. Come non si può vivere a Firenze senza vivere Firenze. Neppure la conquista in extremis di un posto in Conference League è riuscita a cambiare la percezione di un allenatore che ha ancora tanta strada da fare per completarsi e per capire il mondo viola”.

’Se Palladino non avesse condiviso i programmi avrebbe potuto dirlo prima’

“Le basi sembravano talmente solide da indurre il presidente Rocco Commisso a parlare dagli Usa per ribadire la volontà di costruire una Fiorentina ancora più forte e ambiziosa. Il tutto, ovviamente, sotto braccio al suo figliolo calcistico prediletto Raffaele Palladino. Se invece ci fossero state nuove frizioni con Pradé in nome e per conto di un feeling mai nato, se Palladino non avesse condiviso i programmi societari, avrebbe dovuto dirlo prima di far esporre il suo presidente con dichiarazioni che sanno molto di beffa. Le parole di Commisso riascoltate oggi sono surreali e un figlio-allenatore non può comportarsi così. Non scappa di casa se ci sono problemi, ma si confronta”.

“Il sospetto che Palladino abbia ricevuto una telefonata in grado di cambiargli la vita è forte e chiaro. Qualche società gli ha offerto una panchina più prestigiosa o semplicemente gradita? Per saperne di più non serve ingaggiare un investigatore privato, basta aspettare che il risiko degli allenatori si componga: sono tante le panchine ancora senza padrone. Una di queste è quella dell’Atalanta, dopo l’addio di Gasperini. Siamo agli indizi, mancano le tracce. Se davvero le dimissioni dovessero essere maturate in un contesto simile, il grande nervosismo della Fiorentina sarebbe giustificato e in grado di far aprire un caso. E pensare che, meno di un mese fa, Commisso aveva allungato di un anno il contratto di Palladino! Ma così è se vi pare, e anche se non vi pare: i contratti nel calcio sono carta straccia. E a volte pure la parola, per non parlare della riconoscenza”.

‘Basta allenatori da Erasmus, le regole non scritte del calcio lo suggeriscono’

“Adesso su chi punterà la Fiorentina? Non ci sarà un altro simil-Palladino: in casi del genere le regole non scritte del pallone suggeriscono di dire basta agli allenatori da Erasmus per puntare su figure più solide. Sarri è un nome, ma sta trattando con la Lazio. Pioli vorrebbe tornare in Italia. Nella lista ci sono anche Farioli, un altro che si è dimesso, ma dall’Ajax. E poi Tedesco e Baroni, non vado oltre. La Fiorentina ha bisogno di smaltire lo choc. Quando sarà risolto il giallo e i contorni saranno più chiari, forse sarà anche più facile elaborare il tutto e ripartire. Intanto, consiglierei di evitare di usare concetti come figli, fratelli e amici. Non sempre il calcio è una gran bella famiglia”.


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