Pongracic: "Devo ancora migliorare per diventare un grande difensore. La Germania resta casa mia, ma in Italia sto benissimo. L'entusiasmo attorno alla squadra..."

Questo pomeriggio Radio Bruno ha pubblicato la seconda parte dell’intervista al difensore della Fiorentina Marin Pongracic. Questi gli altri temi toccati dal croato:
“Alcuni anni fa facevo ho giocato anche in altri ruoli, ma ormai è da tempo ormai gioco stabilmente in difesa. Quando ero più piccolo giocavo più avanti, e credo che qualcosa mi sia rimasto: se posso prendere un vantaggio tento il dribbling o rischio il passaggio. Rispetto a prima giocando molti metri dietro quest’attitudine si è un po’ attenuata, ma resta sicuramente una mia caratteristica. Se preferisco giocare centrale o braccetto? Credo che molto dipenderà da come giocherà l’avversario che ci troveremo davanti. Se vedo dei buchi io non ho problemi ad infilarmici: se vedo che posso andare vado, ma sempre senza troppi rischi. Per me per il braccetto ci sono più possibilità in conduzione”.
“Devo ammettere che il gol non è uno dei miei colpi migliori. Devo migliorarmi per diventare grande"
Ha commentato anche il dato degli zero gol in Serie A: “Il gol è una delle cose che mi manca molto, e mi servirà per diventare un top nel ruolo. I grandi difensori un paio di gol all'anno li fanno. Sono convinto che questo faccia la differenza alla fine, devo essere onesto nel dire che il colpo di testa offensivo non è uno dei miei colpi migliori: è un gesto che rappresenta la combinazione di piu fattori. Ancora mi manca il timing, oppure quando vado sul primo palo, la palla scivola sul secondo. Forse mi serve più rabbia, così arriva la fortuna. Ma sicuramente a livello tecnico devo lavorare”.
“Provo a dare tutto e se qualcosa non va ho questo temperamento, ma lo devi controllare”.
Il croato ha parlato anche di una critica spesso ricevuta in carriera, l’assenza di eleganza in campo: "A volte anche nelle partite, ma dipende come va. Mi incazzo con me stesso quando sbaglio qualcosa, ho ambizioni alte e voglio essere la miglior versione di me stesso. Provo a dare tutto e se qualcosa non va ho questo temperamento, ma lo devi controllare. Nell'allenamento è lo stesso, tutti i ragazzi vogliono vincere e questo ti fa essere più competitivo, è una cosa importante”.
“La Germania resta casa mia, ma in Italia sto benissimo: è molto simile alla Croazia”
Uno sguardo anche al suo passato in Germania: "La città dove sono nato e cresciuto in Germania è la mia casa: quando sono li sto molto bene perché sono a contatto con amici e famiglia. In Germania, il calcio tedesco, è stato un periodo difficile per me perché ancora non ero il professionista di oggi, non ero maturo. Loro mi hanno trattato in maniera diversa rispetto all'Italia, ma anche il mio comportamento non è stato top. In Germania devi essere sempre puntuale, devi lavorare, sono cose molto importanti per loro e in quel periodo non ce l'avevo. Ora sono cambiato, ma in Italia, come in Croazia, mi sento bene. La cultura e mentalità italiana è più vicina rispetto a quella croata e bosniaca. Mi sento bene anche qua".
“Si percepisce l'entusiasmo attorno alla squadra. Noi pensiamo a dare il massimo”
Ha anche parlato del tanto entusiasmo che si respira nell’ambiente viola: “Devo dire che anche l'anno scorso secondo me ad inizio stagione abbiamo percepito un’atmosfera simile all’interno della squadra: tutti vogliono lavorare, c'è tanta qualità e giochiamo con entusiasmo. Sicuramente quest’anno abbiamo un buon gruppo e sono convinto che daremo tutto fino alla fine. Siamo coscienti che non sia facile fare grandi risultati in Italia, sopratutto per le grandi squadre che ci sono nel campionato: purtroppo non c’è soltanto la Fiorentina. Noi siamo concentrati su noi stessi e diamo il massimo, poi vediamo come andrà".