All’interno dell’edizione odierna de Il Messaggero è apparsa una lunga intervista all’ex allenatore della Fiorentina Cesare Prandelli. L’ex allenatore ha voluto fare il suo elogio al lavoro di Daniele De Rossi, che domani sarà atteso dalla delicata trasferta del Franchi contro la Fiorentina di Vincenzo Italiano. Questo un estratto:

“Cosa mi ha colpito di Daniele? Il fatto che ha rispettato le caratteristiche dei calciatori, posizionandoli nei ruoli dove rendono meglio. Poi è chiaro, quando subentri devi aumentare l'autostima dello spogliatoio. Quando c'è un esonero, i calciatori vanno responsabilizzati. La bravura di Daniele è stata inoltre quella di ricompattare lo spirito di squadra, il senso di appartenenza: sei la Roma e devi sapere cosa rappresenti. Poi se vogliamo analizzare l'aspetto tattico, contro il Brighton ha fatto capire a molti che quando incontri una squadra e un allenatore importante che fanno del palleggio e del fraseggio il marchio di fabbrica, non devi fare un braccio di ferro ma trovare una soluzione diversa. Ed è quello che ha fatto, pressando molto alto e tutte le volte che ha recuperato la palla ha giocato al massimo a due tocchi per poi verticalizzare. Gara preparata in modo perfetto. Anche da calciatore era così meticoloso? Sì, scrupoloso e moderno. Era un costruttore di gioco e come tale vedeva il gioco a 360°. Si torna sempre al discorso di valorizzare le individualità. Probabilmente nella sua carriera, comunque importante, non è stato valorizzato come avrebbe potuto. Perché lui nasce mezzala, poi lo hanno trasformato in interditore, con compiti più di rottura del gioco avversario”.

Ha continuato: “Da sempre ci sono due linee di pensiero. C'è chi pensa che un gruppo debba essere guidato da un leader, da un personaggio carismatico come Mourinho che come tecnico è indiscutibile. Devi però trovare delle persone che accettino questo tipo di gestione. Può anche accadere che questa conduzione sia accettata per un periodo e poi rigettata. Così, nel momento in cui arriva un allenatore diverso, come Daniele, sei più ricettivo. È inevitabile, non c'è cattiveria e non si può nemmeno fare un paragone dicendo che era tutto sbagliato prima ed è tutto azzeccato adesso. Nelle squadre come nella vita ci sono i momenti. E in questo Daniele è la persona giusta al posto giusto”.

Qualche parola anche su Alberto Aquilani: “Alberto ha fantasia, è sicuro delle sue idee e quindi trasmette sicurezza. Devo dire che anche lui è uno che regala un imprinting alla squadra. Se mi manca stare in panchina? No, no. Ho già dato (ride ndr)".

Ha poi concluso parlando della sfida di domani: “A Roma sono stato poco per problemi legati alla malattia di mia moglie, ma quei due mesi li ricordo perfettamente. Si stava creando un bel gruppo e nei primi allenamenti avevo avuto la disponibilità dei ragazzi, di De Rossi, Totti e Cassano, a proporre un calcio un po’ diverso. Domenica sarà una sfida bellissima. Anche al Franchi Daniele dovrà avere lo stesso coraggio avuto con il Brighton. Ma non ho dubbi che lo avrà".

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