Forse può toccare a Nzola o forse no, ma sicuramente la Fiorentina ad Atene avrà un centravanti in più. Uno che ultimamente segna (ed è la cosa più importante) dopo un letargo infinito. In quella finale serviranno gol ma, per l'equilibrio della squadra, servirà soprattutto concedere poco dietro, perché in una partita del genere ogni errore sarà pagato carissimo. 

Il silenzio regna

La testa è lì, ad Atene, dove tra meno di dieci giorni si decideranno tante cose. Anche, forse, il destino di questa Fiorentina e di una proprietà chiamata, dal giorno successivo, a dirci cosa vuole fare. Obiettivi, strategie, per ora regna il silenzio. Speriamo sia soltanto scaramanzia, speriamo che davvero la concentrazione si trovi in questo modo, speriamo che non arrivino brutte sorprese. Le voci di un possibile addio di Commisso, in città, non sono mai mancate, ma sono sempre state smentite dai fatti, ma il futuro oggi appare più incerto del solito. 

Siamo in ritardo (anche stavolta)

Certo, non può essere l’ex capo ufficio stampa Ferrari (oggi direttore generale, caso più unico che raro), a raccontarci cosa accadrà. Nemmeno il buon Pradè, che in questi anni ci ha sempre messo la faccia e tante energie. E le garanzie non potrà darcele nemmeno più nemmeno Italiano, ormai sicuro partente. Attesa, ancora attesa. Mentre un po’ tutte le altre squadre hanno già deciso i propri orizzonti, qui, come al solito, si aspetta sempre la prossima partita (in questo caso quella del 29 maggio. Importante, importantissima per carità). Ma ci sarebbe piaciuto che fosse stato deciso e comunicato qualcosa prima, a prescindere da quello che accadrà in quei novanta minuti. Invece, sul campo, siamo sempre in ritardo. Anche questa volta. 

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