Gosens: "Sto parlando molto con Kean, lo vedo felice qui: ha trovato casa sua, spero che rimanga a lungo. La mancata finale dell'anno scorso mi brucia da morire"

Robin Gosens, esterno sinistro della Fiorentina, si è espresso ai microfoni di Sky Sport parlando del mondo Viola a 360 gradi, toccando tantissimi temi in vista della prossima stagione e ricordando quelle passate.
Che consiglio daresti a Kean?
“Sto parlando tantissimo anche con lui: credo che trovare un habitat giusto per te, la famiglia e chi ti sta vicino è fondamentale per fare buone performance. In Germania la mia famiglia stava male, ed è paradossale perché è il mio paese e non pensavo potesse succedere, ma si rifletteva anche su di me in campo. La chance che mi ha dato la Fiorentina per tornare in Italia mi ha dato tantissimo; lo sto dicendo tutti i giorni a Moise perché lo vedo sempre felice e positivo, e non sono cose che ti puoi comprare. Mi auguro possa restare qui con noi, ha trovato una casa e una famiglia e tante volte vale più di tutto”.
Sul ritorno in Nazionale
“Sì, mi sono rilanciato quest'anno: la Fiorentina mi ha integrato subito e il mister la scorsa stagione ha creduto molto in me, è stato fondamentale per migliorarmi e giocare bene. Non c'è niente di più grande che giocare per la propria Nazionale, ma deve essere collaterale alle buone prestazioni col club, la Fiorentina. Però devo continuare a lavorare per guadagnarmela ancora”.
Sulla mancata finale dell'anno scorso
“Non raggiungere quella finale l'anno scorso mi ha bruciato tantissimo, mi sento un bambino con un sogno: vincere trofei. Anche questo è uno dei motivi per il quale si diventa professionisti, perché si vuol scrivere la storia vincendo trofei. Poi la finale della Conference sarà a Lipsia, ancora più motivante per me e spero di portare un trofeo a questa piazza e a questa società, che so che ci tengono tantissimo”
Sul calcio italiano
“L'Italia è un buon esempio che non solo i soldi contano per ottenere buoni risultati: l'Inter ha fatto due finali di Champions, l'Atalanta ha vinto l'Europa League, un anno c'erano tre italiane in finale delle coppe. La gente vede solo i trofei, ma io vedo oltre: vedo una grande crescita delle squadre italiane che fanno la voce grossa in Europa e possono lottare per i trofei, dovrebbe essere motivo di orgoglio”
L'amicizia nel mondo del calcio
Sulla foto con Hateboer e De Roon all'arrivo all'Atalanta: “Eravamo tre amici, è complicato avere amici all'interno del calcio vivendo in un mondo dove la tua situazione può cambiare in un attimo, ma l'amicizia nel calcio esiste eccome. Non è facile, io ho avuto fortuna di trovare tantissimi ragazzi coi quali mi sono trovato bene: De Roon e Hateboer sono due esempi perfetti e credo che anche dopo la carriera ci sentiremo”