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Sono stati (e probabilmente sono ancora) giorni surreali in casa Fiorentina. Di colpo il campo ha lasciato spazio a priorità ben più importanti, evocando incubi infausti e un senso di incredulità spettrale. Quasi una settimana dopo l’accaduto, fortunatamente Edoardo Bove sta meglio. Senza conoscere il suo futuro sul terreno di gioco, che però è ancora necessariamente tematica di secondo piano.

Intanto la Fiorentina in campo ci è tornata, perdendo l’ottavo di finale di Coppa Italia ai rigori, nel derby contro l’Empoli. “Non ce lo meritavamo, brucia. Ma non era la solita Fiorentina di sempre, penso si sia notato che nel primo tempo eravamo particolarmente bloccati. Non è stato facile giocare questa partita. Edoardo ci manca tanto, soprattutto per i suoi valori nello spogliatoio”: per descrivere la serata calzano a pennello le parole di un lucidissimo Danilo Cataldi. Come potrebbero i compagni, che vedono l’armadietto numero 4 ancora chiuso senza sapere se si riaprirà, archiviare gli eventi recenti in qualche giorno? Non è possibile.

D’altro canto, il calendario non aspetta. Anzi, corre molto velocemente. La squadra di Palladino tornerà in campionato ospitando il Cagliari, poi il LASK in Conference, poi la trasferta a Bologna. Tutto d’un fiato nel giro di una settimana, nel momento per distacco più difficile della stagione. Non per la preoccupazione dovuta da una sconfitta, bensì per motivazioni che purtroppo hanno ben poco a che vedere con i risultati.

La gelida notte di mercoledì ha comunque raccontato la capacità del pubblico viola di adeguarsi e di guardare oltre al campo. I giocatori hanno retto uno striscione per Bove, la Curva Fiesole (traslocata in Ferrovia) ha organizzato una coreografia, lo stadio intero ha intonato cori per lui. Non esattamente la migliore esecuzione della richiesta del ragazzo, ovvero l’abbassamento del clamore derivato dalla vicenda, ma non sarebbe potuto essere altrimenti: Firenze non poteva non ricordare tutto l’amore che può dare.

Adesso cerchiamo di accontentare Edoardo. L’appello, infatti, si rivolge ai suoi compagni che continueranno a lottare con la maglia della Fiorentina. L’ora di sconforto è ben nota da queste parti, ma quando non riguarda i risultati è il caso peggiore di tutti. Da questo enorme spavento, con tutti i dovuti postumi, nascerà sicuramente un legame molto più forte. Tempo al tempo. Se poi in campo le cose andranno male, buttare un occhio sulla ‘Ferrovia’ non potrà che aiutare. Guardatela e non camminerete mai da soli.

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