"My way" è l'unico diktat di Rocco Commisso per quanto riguarda il discorso "Franchi". Cioè, a modo suo e il "modo" nello specifico è un progetto che non è piaciuto per niente alla Sovrintendenza. Ormai lo sappiamo tutti: l'unica chance che la Fiorentina ha dato al suo attuale impianto è quella di un restyling quasi totale, con preservazione della torre di Maratona e delle ultracitate scale elicoidali, ma con l'abbattimento delle curve e la destinazione di molti spazi ad obiettivi commerciali.

Il tutto però resta sotto il giogo del nuovo Decreto Semplificazione: sarà approvato a breve? Darà ampie libertà alla Fiorentina, scavalcando i veti della Sovrintendenza? Quesiti cruciali, più per la politica fiorentina che per la società viola che, in caso di tentennamenti eccessivi si orienterà definitivamente su Campi Bisenzio. La manifestazione di ieri è stata chiara nel chiedere a gran voce un nuovo impianto per la Fiorentina, non le toppe sull'attuale Franchi, non i compromessi con le impalcature dentro le curve e soprattutto non gli iter mastodontici e insopportabili che quasi sempre stoppano sul nascere qualsiasi progetto di sviluppo.

La verità la sapremo a breve, perché Commisso non aspetterà in eterno la legge. Eppure a livello politico c'è chi continua a gongolare pensando, o sforzandosi in tutti i modi di farlo, che il tifo stia lottando per salvare il Franchi, che diventerebbe problemone in caso di nuovo impianto. La "priorità" non è il Franchi ma la Fiorentina, non un "monumento" o un partito e questo è stato ribadito a gran voce. Ma d'altronde è vero che non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire...


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