Sempre nel corso della sua intervista esclusiva a Fiorentinanews.com, Ivan Pelizzoli ha parlato anche dell'ex portiere viola Marco Sportiello e della situazione generale dei numeri uno italiani.

Questa estate la Fiorentina ha deciso di non riscattare Sportiello per circa 5 milioni. Considerando che Lafont è costato circa 8 milioni, i viola ci hanno guadagnato?

"Sportiello era un ottimo portiere, che conosceva già il campionato italiano e quindi non aveva il problema dell’ambientamento. Io personalmente lo avrei tenuto, tuttavia la società avrà fatto le sue valutazioni vedendo in Lafont un futuro migliore rispetto a Sportiello".

E’ arrivata qualche critica alla Fiorentina per aver puntato su un portiere straniero. A dire il vero la viola ci aveva provato con Meret, ma l’Udinese chiedeva una cifra eccessiva. Possono essere queste valutazioni astronomiche il problema dei giovani italiani in generale?

"Se una società vuole un portiere bravo e italiano lo deve prendere. Io avrei puntato piuttosto su Cragno, che sta facendo molto bene a Cagliari e non sarebbe costato tantissimo. A fine campionato sarà sicuramente valutato molto di più. Io sceglierei sempre portieri italiani a meno che non peschi un fenomeno a poco prezzo all’estero, cioè quello che la Fiorentina spera di aver fatto con Lafont".

Oggi il portiere è chiamato a sapere usare molto i piedi: rispetto a quando giocava lei quanto è cambiato questo ruolo? Si rischia di andare incontro a un futuro pieno di portieri bravi con i piedi e meno con le mani?

"Quando ho iniziato a giocare io il portiere rinviava più lontano possibile e la squadra saliva. Oggi invece si cerca di giocare dal fondo coi terzini e coi difensori, quindi avere destrezza coi piedi è un aspetto essenziale per un portiere. So che tanti portieri si allenano molto coi piedi lasciando da parte gli aspetti tecnici riguardanti presa e tuffi, invece secondo me un allenatore dei portieri attuale deve saper fare un giusto mix tra le due cose. Il compito del portiere da sempre è quello di non prendere gol, e non quello di giocare coi piedi; poi se c’è questa dote in più ben venga".

 


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