Sette mesi di balbettamenti, di rare soddisfazioni intervallate da grosse moli di bastonate e delusioni, tra assetti che non funzionavano, singoli spaesati e un ambiente in crescente agitazione. Un vero e proprio 'peccato originale'. Poi all'improvviso è scattato il clic, esattamente a Verona dove la Fiorentina in caso di k.o. rischiava di ritrovarsi proprio i gialloblù, terz'ultimi, alle calcagna. Sembra una vita fa: era il 27 febbraio, neanche un mese calcistico se escludiamo la sosta.

Da lì un percorso netto per la truppa di Italiano che pochi giorni prima aveva eliminato il Braga avviando il suo ciclo che ora recita otto vittorie di fila. Un mese che ha variato tante valutazioni sui singoli ma che lascia costante l'amaro in bocca di un avvio di stagione in salita, complici tanti fattori: da qualche assenza forzata a una squadra che di fatto era ripartita da zero dopo la cavalcata della stagione scorsa, privata dei suoi elementi cardine.

E' servito del tempo a Italiano per trovare i suoi nuovi riferimenti ed un sistema che si adattasse alla rosa, sintomi di una sinergia non proprio collaudata con chi ha agito in estate ma risvolti che possono cancellare anche questo amaro in bocca, portato avanti a lungo. La Fiorentina ha ancora tutte le carte in mano e un tavolo apparentemente favorevole: quindi sì, è raro ma con exploit di questo genere probabilmente si può anche iniziare una stagione a marzo.

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