Il ritorno in Italia a fine mese del presidente della Fiorentina, Rocco Commisso, segnerà l'inizio di una nuova era per il club. Ci sarà la presentazione del nuovo centro sportivo di Bagno a Ripoli e lì sono concentrati i maggiori sforzi della società, ma anche dell'architetto Marco Casamonti, incaricato di realizzare il progetto per l'impianto. Ma verrà anche messo un altro mattoncino per quanto riguarda il discorso stadio.

Ci sono alcuni punti fermi, alcune condizioni imprescindibili per il numero uno viola e Fiorentinanews.com è in grado di poterle elencare. Partiamo dal fatto che è inutile farlo ritornare sull'idea di ristrutturare il Franchi. La pietra tombale sull'argomento è stata messa il giorno in cui la Soprintendenza ha fatto capire che non era possibile demolire le curve per poterle avvicinare al campo di gioco. Fare una curva dentro la curva originaria è un aborto che non piace per niente alla proprietà viola. Qualcuno si è ingegnato per trovare soluzioni più o meno originali e belle, ma la sostanza rimane invariata.

C'è poi la capienza. Dovrà essere di 45 mila posti, superiore allo Juventus Stadium e che dà la possibilità alla stessa Fiorentina di poter ospitare, tra gli altri avvenimenti, la finale di Europa League, così come successo per l'impianto torinese il 14 maggio 2014. Costi previsti: circa 160 milioni di euro. Tra l'altro una cifra inferiore rispetto a quanto avrebbe speso Commisso per rifare il Franchi (erano previsti interventi per oltre 200 milioni di euro).

Un'ultima condizione è relativa ai terreni. Detto che dovranno diventare di proprietà della Fiorentina, Nardella sa già che per la Mercafir non potrà chiedere la luna. Commisso ha detto pubblicamente di voler spendere una cifra giusta: se dovessero arrivare a costare 20 o peggio ancora 30 milioni di euro come si legge da qualche parte, beh, ci sono molte possibilità che i viola lascino cadere il tutto.


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