C'era Montella in panchina, c'era un altro clima a Firenze e c'era un'altra squadra, decisamente più competitiva dell'attuale. Questo non lo dimentichiamo. Ma soprattutto non ci possiamo dimenticare una finale-farsa che non si sarebbe dovuta giocare.

3 maggio 2014, esattamente cinque anni fa, all'Olimpico si ritrovano Fiorentina e Napoli per l'atto conclusivo della Coppa Italia. Da una parte quasi trentamila tifosi viola, ordinati, allegri, vogliosi di vivere appieno questa serata. Dall'altra altrettanti napoletani, ma alcuni di questi reduci da una guerriglia in città contro alcuni sostenitori giallorossi. Guerriglia che sappiamo tutti com'è finita, ovvero con la morte di Ciro Esposito.

E poi la lunga attesa, la trattativa, ridicola, tra forze dell'ordine e capi ultras del Napoli, con Genny a' Carogna protagonista, come se un criminale, condannato per traffico internazionale di stupefacenti, fosse un interlocutore credibile per chi doveva garantire la sicurezza.

Quella partita non si doveva giocare quel giorno, non c'erano le condizioni per farlo e l'inizio fu drammatico (sportivamente parlando) per la Fiorentina. Poi possiamo dire quello che vogliamo, possiamo parlare di una mancanza di copertura su Insigne, del gol, clamoroso sbagliato da Ilicic davanti alla porta ecc... Ma resta una verità incontrovertibile, quella è stata una finale-farsa. E purtroppo in tasca, l'abbiamo presa noi.


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