Var sì, Var no: il dibattito prosegue, tralasciando un piccolo particolare. Ovvero che, a differenza della Goal Line Technology, il Var non è scientifico e alla fine la decisione è pur sempre umana e dunque soggetta alla discrezionalità personale dei direttori di gara, complice anche un regolamento che lascia ampissimo spazio alle interpretazioni. Ed ecco quindi i disastri messi in piedi dalla "squadra" di Rizzoli in questi mesi di campionato, con decisioni prese in base all'umore del momento e non alla fedeltà verso un codice di regole. Prendiamo il rigore non concesso ieri a Genova alla Fiorentina: distanza ravvicinata, pallone che colpisce un'altra parte del corpo prima del braccio, tutto giusto. Peccato che un mese fa in Fiorentina-Juventus, l'intervento di Edimilson in area fosse analogo e lì invece Orsato concesse il rigore, dopo la revisione al Var. O ancora: colpo leggerissimo di polpastrello di Vitor Hugo a San Siro, rigore sì; tocco di Bastoni di braccio netto, largo e distante dal crossatore in Fiorentina-Parma, rigore no. Per non parlare dello scempio di Valeri in Juventus-Sampdoria (dove il doppio errore indica la doppia scarsezza dell'arbitro, non certo l'intelligenza della compensazione). L'uniformità è inesistente e si fischia un po' come capita, pescando quasi la decisione come i numeri della tombola di Capodanno.

(al minuto 3:16 l'episodio di Edimilson)


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