Si parla della (assente o quasi) comunicazione da parte della Fiorentina su Repubblica e a farlo è Giuseppe Calabrese: "Di solito non parlare è un segnale di debolezza. Oppure si vogliono colpire i giornalisti. In realtà gli unici che ci rimettono sono i tifosi, che in questo periodo vanno allo stadio ogni tre giorni e parimenti vorrebbero sentire cosa pensa il loro allenatore ogni tre giorni.

Non è omologandosi che si cresce. Paradossalmente la società viola dovrebbe fare tutto il contrario, e oltre a far parlare il tecnico, durante la settimana dovrebbe far parlare anche i suoi giocatori (che appena tornano nel proprio Paese o vanno in Nazionale parlano eccome). Tra le cose da mettere a posto c’è senza dubbio anche la comunicazione, che alla Fiorentina difetta parecchio. Non lo diciamo per noi, ma per la gente. Per quelli che comprano i giornali, ascoltano le radio o guardano le tv invece di smanettare sul web. Ma, se ci è consentito, lo diciamo soprattutto per la Fiorentina, che in passato quando ha avuto bisogno di sostegno non ha esitato a bussare nelle redazioni e oggi ha alzato il muro di uno schermo tra sé e tutto il resto. Non è così che si costruisce un’identità e si impara a vincere anche fuori dal campo".


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