11 gol, 4 assist e tantissime prestazioni da protagonista. È questo lo score con il quale Antonin Barak si presentava alla Fiorentina lo scorso agosto. Già due gol sono arrivati con la nuova maglia, sebbene l’inserimento del ceco all’interno del gioco ancora stenti a dare i frutti sperati. Potrebbe essere dovuto in larga parte al ruolo ricoperto dall’ex Verona, che ha dovuto abbandonare la trequarti, per ripiegare in una posizione più arretrata.

L’attitudine a coprire e a marcare gli avversari, infatti, non sembra quella in cui riesce meglio a calarsi, facendo fatica a mettersi in mostra anche all’interno delle azioni più pericolose. Anche contro il Lecce, la sua presenza in campo è stata oscurata dai suoi compagni di reparto, più disponibili a “sporcarsi le mani”. Niente di drammatico, anzi, Antonin è una delle note meno negative di questo periodo, ma dall’alto del suo exploit in gialloblù, forse, ci si aspettava sin da subito un apporto maggiore al reparto avanzato.

Probabilmente, le difficoltà di giocare più lontano dalla porta le sta accusando di più in campionato, dove è richiesto un maggiore compito di copertura. In Conference, invece, ha già trovato due volte la via della rete, confermando quella che è la sua qualità più spiccata: inserirsi per fare gol. La lenta transizione al 4-2-3-1 la sta aspettando anche Barak, che potrebbe decisamente rendere di più nel ruolo che ha colpito la dirigenza della Fiorentina. Il ceco è, e deve essere, un titolare di questa squadra, ma finché non incrementerà il suo apporto alla causa, soprattutto in fase difensiva, sarà difficile che convinca la società a pagare i 10 milioni della clausola per il suo riscatto.

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