Ha trattato anche il tema mercato, il giornalista Benedetto Ferrara attraverso un editoriale su La Nazione: "Ecco a voi la storia di Marco Benassi, ex giovane talento emergente scuola Torino, un passaggio in azzurro, un futuro che sembra segnato. Lo chiama la Fiorentina, che paga il suo cartellino otto milioni. Non pochi. Lui felice, professionista vero, mai parole fuori posto. E’ un centrocampista che sa inserirsi. E fare qualche gol. Piano piano, però, si eclissa. O viene eclissato. Cambia la società, cambiano gli allenatori, cambiano tante cose e il suo valore scivola nel buio. Lui però tiene duro: Italiano lo mette terzino e lui gioca terzino. Poi una storia di mercato andata a male tra Fiorentina ed Empoli lo spinge fuori. Da colpo di mercato a esodato del pallone il passo è breve. Niente calcio per almeno cinque mesi. Non può essere in lista. Zurkowski è rimasto quindi ciao Marco. Ti alleni con noi ma non giochi con noi. Poi arriva un giorno e un’amichevole. Benassi gioca e segna tre gol. Cabral zero. Facciamoci due domande. Almeno un happy ending c’è. Una squadra arriverà".

Poi ha proseguito: "Ma le storie sono tante. C’era un Kouame in vendita rimasto quasi per caso. Gli affari vanno e non vanno in porto. Senza di lui la prima parte dei stagione della Fiorentina sarebbe stata ancora più triste. E Terracciano? Uno arrivato a Firenze a quasi trent’anni da secondo a Empoli. Un eterno secondo che si ribella a un destino che sembra segnato. Merito anche del fatto che la società non azzecca un grande portiere da un bel pezzo. Ma l’impegno aiuta San Pietro, che da predestinato secondo diventa il suo contrario. Non un fenomeno ma il meglio che c’è. Lo avrebbe mai pensato? Chissà. Insomma, il lieto fine è ciò che ci piace di più. Come quello che Amrabat. Passione estrema del presidente, che lo voleva a tutti i costi titolare, visto anche l’investimento. Un anno fa la sua valutazione era scesa da 20 milioni a "te lo prendo in prestito, forse". Adesso, dopo la cura Italiano, è diventato uno dei nomi top del mondiale più pazzo e censurato del mondo. Il Marocco sorprende e va avanti, lui ne è il simbolo, l’anima, la guida".


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