"Quando ti raggiungono al minuto 97 maledici il mondo, quando sei tu a metterla dentro e a far pari sul filo del tempo festeggi come se avessi vinto uno scudetto. Eppure, guardando bene, il punto che ti resta in mano è sempre quello: uno, appunto. E allora, euforia o disperazione a parte, sei costretto ad analizzare la situazione, che in questo caso non è decisamente felice. Ma dopo il pareggio col Genoa è giusto partire dalle poche cose buone che ti restano addosso". Comincia così l'editoriale di Benedetto Ferrara sull'edizione odierna de la Repubblica.


"Primo: i progressi di gioco visto per una buona mezz’ora del secondo tempo. Secondo: averci provato fino alla fine. Basta, le buone sensazioni finiscono qui. Anche se forse va aggiunto il fatto che aver evitato una sconfitta aiuta a vivere leggermente meglio (tutto è relativo). Poi però c’è tutto il resto - scrive Ferrara -. A partire dalla classifica, che resta deprimente, e il calendario, che non aiuta a pensare troppo positivo, soprattutto se questa Fiorentina non decolla mentalmente, liberandosi dalle sue paure (il primo tempo di lunedì sera spiega bene) e trasformando quella intensità e quella scioltezza viste a tratti in qualcosa di più costante, di più identitario. È triste tornarci sopra, ma è chiaro che quella cessione affrettata (senza aver trovato un sostituto, cioè) di Chiesa grida vendetta. Se esiste una regola nel calcio contemporaneo è quella che dice: trova chi salta l’uomo e sei già un passo avanti. Chi è in grado di farlo in questa Fiorentina?".


"Ribery, certo. Ma quando è in grado. E adesso non lo è. Tanto meno Callejon, che fino ad oggi non ha dato segni di sé. Lo farà, ci auguriamo. Ma la domanda resta: è giusto credere che sia possibile fare calcio offensivo affidandosi solo a grandi nomi stagionati? Lo diciamo con rispetto, perché Ribery e Callejon sono due esterni offensivi dalla qualità eccelsa. Ma anche dalla continuità variabile, per ovvie ragioni. E allora? Se hai due esterni d’attacco (tra l’altro senza riserve di ruolo, il che è veramente un errore gravissimo) e tre prime punte senza lampi, dove trovi le tue certezze in zona gol? Non è che possono essere sempre i difensori a toglierti dai guai - conclude Ferrara -. Difensori che, come nel caso di Milenkovic, stanno preparando le valige per andare via. La sensazione è che la Fiorentina sia una società ancora in divenire, che i programmi non siano ben chiari e che si navighi un po’ a vista, senza personalità e obiettivi chiari".


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