In mezzo a un percorso ben più travagliato in campionato, la Fiorentina si gode le boccate d’aria che l’Europa le concede, anche se non ne fa tesoro in Serie A. I 180 minuti contro l’Heart of Midlothian hanno alzato il morale dell’intero collettivo e, per qualcuno, sono stati una ghiotta occasione anche a livello individuale.

Alessandro Bianco ha finalmente potuto godersi l’esordio stagionale e i suoi primi 31 minuti (sommando i suoi ingressi in campo all’andata e al ritorno) in una competizione europea. Come sempre, le prime impressioni da un minutaggio così scarso vanno prese con le pinze ed esaminate a fondo. In ogni caso, c’è già un fattore che può essergli attribuito senza dubbio alcuno: la voglia di scendere in campo e contribuire alla causa.

Già durante l’arco della passata stagione, Bianco si è ritrovato a svolgere il ruolo di seconda/terza linea, con qualche piccola apparizione nei primi due turni di Coppa Italia (appena due minuti in entrambe le partite). Se l’anno scorso, però, il ragazzo era ancora formalmente un giocatore della Primavera, adesso è in pianta stabile in prima squadra. Eppure è lì, lasciato al destino della panchina. Lo salvano questi benedetti 31 minuti contro gli scozzesi.

Ma queste brevi ed effimere entrate in campo non possono bastare a un ragazzo di 20 anni. Per elevarlo allo status e al minutaggio che realmente merita, serve più coraggio da parte di chi sceglie per la Fiorentina. Altrimenti, la soluzione che (forse) rappresenterebbe il meglio per tutti: un prestito di sei mesi con garanzie sulla titolarità. Eppure sarebbe anche l’ora di dargli una chance in viola.

Chiaramente, dal momento in cui si cominciano a intravedere gerarchie più definite, sarebbe contraddittorio rimescolare tutte le carte del mazzo per mettere sul piedistallo un classe 2002. Davanti ha giocatori di qualità e deve fare la sua scalata, questo è indubbio. Ciononostante, sta tutto nel coraggio di puntarci e di lanciarlo piano piano tra i grandi. Perché un 20enne come Bianco, pronto a spaccare il mondo con la sua energia, non può essere destinato a farsi il sedere quadrato. Poi, magari, chissà: Mandragora è in rampa di lancio, ma Amrabat è pur sempre squalificato… Sta tutto nel coraggio.

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