Essere un grande calciatore non significa essere obbligatoriamente anche un ottimo allenatore e, dopo i vari Pirlo e Gattuso, anche il campione del mondo e Pallone d’oro Fabio Cannavaro ha sperimentato questo complicato passaggio sulla sua pelle. Questo pomeriggio, dopo la sconfitta esterna contro il Como, l’attuale tecnico del Benevento ha scelto di rassegnare le proprie dimissioni: la scelta è arrivata dopo aver conquistato appena due punti in quattro gare, risultati che hanno portato la squadra in piena zona retrocessione.

Il presidente Vigorito ha però deciso di respingere le dimissioni del tecnico confermandolo sulla panchina, rinnovandogli la fiducia al comando della squadra e mandando tutti in ritiro. Queste le parole a SkySport del tecnico, un tempo accostato anche alla Fiorentina di Rocco Commisso, dopo la partita: "Ho dato le dimissioni perchè le ho considerate un atto dovuto e perchè Foggia è non solo il mio direttore sportivo ma anche un mio amico. Quindi anche per sgomberare il campo da qualsiasi imbarazzo ho preferito fare un passo indietro. Le dimissioni non sono state accettate, il presidente è stato deciso nel rifiutarle e questo devo dire mi ha fatto molto piacere. Se non sono riuscito a trasmettere ciò che voglio alla mia squadra? No, il messaggio è arrivato. I miei ragazzi mi ascoltano però commettiamo troppi errori a livello di singoli e non va per nulla bene. I giocatori che ho a disposizione vengono da un momento non semplice. Però devono capire la differenza che c'è fra giocare a calcio e vincere le partite. E per vincere le partite ci vuole cattiveria".

 


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