La sensazione è che giocherà subito, che è pronto, che è in forma, che ha una gran voglia di riprendersi il campionato italiano. Muriel, come è arrivato, ha subito sorpreso. Lo spogliatoio, per la voglia di fare gruppo. Il mister, per la buona condizione fisica e mentale. I dirigenti della Fiorentina, che hanno capito di aver fatto un ottimo colpo. Smentendo tutte quelle voci che lo vedevano, ormai, quasi un ex giocatore. Adesso toccherà al campo, ma la sensazione è che il colombiano verrà buttato subito dentro, partendo con la maglia da titolare, cercando di ‘spaccare’ le difese avversarie con la sua velocità e la sua imprevedibilità. Esattamente tutto quello che è mancato in questi mesi al reparto offensivo gigliato.

Certo, occorrerà un po’ più di coraggio anche dal punto di vista tattico. Muriel merita di giocare un po' dove vuole, un po' dove lo porta l’estro. Ma anche di non essere lasciato solo là davanti a combattere contro le difese avversarie. Con Simeone, sicuramente con Chiesa, magari con Mirallas. Insomma, con Muriel un po' tutti sperano e confidano in una Fiorentina più offensiva, più intraprendente, più divertente. La vera domanda è: Pioli la pensa così?

Nel ritiro di Malta Muriel è stato provato soprattutto come centravanti, ma anche in altre posizioni. Potrà essere un jolly e pensando al campionato già contro la sua ex squadra, la Sampdoria, avrà voglia di mettersi in mostra e di fare la differenza. Quella Sampdoria con la quale ha vissuto, probabilmente, il suo periodo di carriera migliore. C’è voglia di lui, c’è voglia di Muriel a Firenze. Un giocatore che nelle gerarchie e nella fantasia dei tifosi ha già preso il posto di quel Pjaca ancora oggetto misterioso nella nuova avventura in riva all’Arno.

A proposito, il croato probabilmente rimarrà, ma lo spazio per lui sarà davvero poco. Le occasioni per dimostrare le ha avute, adesso tocca ad altri che, sulla carta, il campionato italiano lo conoscono già molto bene. Muriel può fare la differenza, ma soprattutto può tornare a riaccendere la passione di un popolo, quello viola, da sempre buongustaio ed intenditore. C'è voglia di tornare a divertirsi, a creare, a segnare. E pazienza se si subirà qualche rete in più. Gli obiettivi, d'altronde, non sono più quelli di una volta.


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