"Il gioco di Kanchelskis era meraviglioso, ma era inevitabile che lo spaccassero. Lo hanno fatto volontariamente quella volta a Milano e mi arrabbiai molto contro l'Inter. Non lo tenevano, non c'era nulla da fare". Di tutte le frasi dette da Vittorio Cecchi Gori nel corso delle ultime ore questa è quella che mi trova maggiormente d'accordo. Un giocatore, il russo, pagato 30 miliardi di lire (tantissimo per l'epoca) spaccato da uno come Taribo West che la Serie A non avrebbe dovuto vederla nemmeno con il binocolo. Per quanto tempo ho sognato che vi fosse una giustizia divina che intervenisse su quell'indegno individuo che ha deviato la strada della Fiorentina, l'ha cambiata a tal punto da farci perdere un giocatore che poteva tranquillamente portarci verso vette sconosciute.

Corsi e ricorsi storici. Questo di perdere la punta di diamante è un classico della Fiorentina, un qualcosa che fa nascere un fiume pieno di rimpianti. Vogliamo ricordare cosa è successo con Gomez e Rossi tanto per stare in tempi recenti e stare ad un caso che si ricordano tutti? Non è vittimismo, è solo una constatazione di fatto. Avevi costruito una Fiorentina che doveva spaccare il mondo con Cuadrado, Rossi e Gomez davanti e li hai avuti tutt'e tre insieme per una misera partita valida per l'Europa League e poi? Stop!


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