“Il gioco di Kanchelskis era meraviglioso, ma era inevitabile che lo spaccassero. Lo hanno fatto volontariamente quella volta a Milano e mi arrabbiai molto contro l’Inter. Non lo tenevano, non c’era nulla da fare”. Di tutte le frasi dette da Vittorio Cecchi Gori nel corso delle ultime ore questa è quella che mi trova maggiormente d’accordo. Un giocatore, il russo, pagato 30 miliardi di lire (tantissimo per l’epoca) spaccato da uno come Taribo West che la Serie A non avrebbe dovuto vederla nemmeno con il binocolo. Per quanto tempo ho sognato che vi fosse una giustizia divina che intervenisse su quell’indegno individuo che ha deviato la strada della Fiorentina, l’ha cambiata a tal punto da farci perdere un giocatore che poteva tranquillamente portarci verso vette sconosciute.
Corsi e ricorsi storici. Questo di perdere la punta di diamante è un classico della Fiorentina, un qualcosa che fa nascere un fiume pieno di rimpianti. Vogliamo ricordare cosa è successo con Gomez e Rossi tanto per stare in tempi recenti e stare ad un caso che si ricordano tutti? Non è vittimismo, è solo una constatazione di fatto. Avevi costruito una Fiorentina che doveva spaccare il mondo con Cuadrado, Rossi e Gomez davanti e li hai avuti tutt’e tre insieme per una misera partita valida per l’Europa League e poi? Stop!
gli infortuni che tolsero futuro alla viola furono quelli di guerini,roggi desolati che ebbero ripercussioni psicologiche anche su caso e casarsa; ma voi pensate a vcg,imprenditore di gran successo
Tutto vero, ma oggi qualcuno si ricorda di Ficini. Passa il tempo, passano le proprietà, rimangono le metodologie di come si organizza la rosa della squadra. Forse il problema è oggettivo e non legato alla proprietà.
Certo, a essere onesti, anche la bella Fiorentina di Vittorio non ha smentito un dato di fatto: per vincere da grande sorella di provincia, o grande sorella minore, quale è sempre stata la nostra Fiorentina, e per di più farlo in un sistema palesemente corrotto come quello calcistico, però, a dirla tutta, ci sarebbe voluta una rosa che non avesse mancanze.
Perché sì, ai tempi di Bati avevi il miglior attacco possibile, il miglior centravanti del mondo, come lui, forse, nessuno mai, però, non puoi contare che non gli succeda nulla. Anche Batitusta, creduto immortale, si sarebbe potuto rompere. E se vuoi lottare per lo scidetto non puoi ritrovarti con Serena, terzino di medie qualità calcistiche, da mettere come centravanti.
Insomma, anche quella Fiorentina lì, sfortuna e sistema contro, innegabili, aveva una rosa che nel complesso alternava grandi giocatori a bidoni clamorosi.
Poi forse sarà un nostro cromosoma storico: che succeda sempre qualcosa di contrario in un momento determinante.
Ma i campionati si vincono anche costruendo le rose dalla panchina.
La Roma scudettata di Bati aveva un attacco: Bati, Totti, Del Vecchio, Montella in panca. Cioè: quattro punte titolari e assolute.
A Firenze sono anni che l’attaccante di ‘riserva’, oltre i due titolari non c’è.
Quest’anno addirittura si è cominciata una stagione con una sola punta di ruolo schierabile. A ri-cioè.
È vero.
Si ruppe Bati e andò a Rio Edmundo.
Ma tu in panchina avresti dovuto averne almeno un altro pseudo titolare da buttare dentro.
Queste cose capitano quando hai gli arbitri contro e noi abbiamo sempre subìto ingiustizie arbitrali.