C'era una volta la Fiorentina, quella che riusciva a stare in alto, quella che poteva ambire alla Champions e poteva anche raggiungere questo piazzamento di prestigio. Non parliamo di secoli fa, parliamo dell'altro ieri. In quel momento la Lazio e Lotito erano sotto ai viola, in tutto e per tutto.

Piano, piano però la situazione è cambiata. Chi c'era prima ha smesso di investire e chi è subentrato ha commesso scelte tecniche scellerate in entrata e in uscita (dando via tutto quello che di buono si poteva dare): tutto questo a Firenze.

A Roma invece, zitti, zitti, un certo Milinkovic-Savic (strappato proprio alla Fiorentina), da tempo uno dei migliori centrocampisti d'Europa, è stato tenuto per sette anni di fila e a questo giocatore sono stati affiancati elementi come Immobile, ovvero il cannoniere più prolifico del nostro campionato, e altri giocatori di qualità (in primis Luis Alberto).

Il risultato? Quello che abbiamo sotto agli occhi. Ognuno può raccontare quello che vuole, ma se la Fiorentina non ha un calciatore che segni, con chi ce la possiamo rifare, se non con noi stessi? Se il centrocampo viola non è minimamente paragonabile a quello che abbiamo visto nel finale schierato da parte dei biancocelesti, con chi ce la possiamo rifare, se non con noi stessi? Italiano è bravo, ma resta pur sempre un emergente, dall'altra parte invece c'è un signore che è divenuto un professore col passare del tempo e che sa modellare le proprie squadre.

Ci sono tante differenze che determinano un risultato e quello della partita tra Fiorentina e Lazio è molto meno bugiardo di quello che qualcuno vorrebbe far apparire.


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