Fino alla fine dello scorso campionato nessuno, e sottolineiamo nessuno, si sarebbe sognato di mettere in discussione per nessuna ragione al mondo Franck Ribery. Il francese, anche dopo l'intervento alla caviglia e il lungo periodo di convalescenza, era considerato una pedina inamovibile per la Fiorentina, sotto tutti gli aspetti: tecnici, tattici e come personalità in campo e fuori.

La musica però è cambiata anche intorno a lui. Questo campionato deludente, queste prestazioni così disarmanti di questa squadra, hanno finito per travolgere tutto e tutti, anche l'ex Bayern che contro il Parma prima e il Benevento poi ha dato l'impressione di essere spaesato, senza nerbo e senza idee, perennemente spalle alla porta e anche molto distante dalla zona in cui può e deve essere maggiormente efficace.

A tutto questo aggiungiamoci anche una fragilità fisica che deve suonare come un campanello d'allarme (anche perché stiamo parlando ahinoi di un 37enne e non certo di un giovane virgulto) e il quadro è completo. Prandelli deve lavorare tanto per rimettere in carreggiata questa squadra, ma deve iniziare la propria opera da chi questa carretta la deve tirare, quindi da Ribery in primo luogo. L'allenatore deve ritrovare la ricetta magica per rimotivarlo altrimenti per una formazione priva di fantasia potrebbero essere davvero guai.


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